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Il blocco della Camera dell’Agricoltura della Guadalupa ha molteplici conseguenze

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Dopo più di due settimane di blocco della sede della Camera dell’Agricoltura, le conseguenze sono palpabili. Ad esempio, di solito, ogni giorno, una cinquantina di allevatori si rivolgono al servizio di dichiarazione degli animali; un servizio che, come gli altri, è attualmente inaccessibile. L’ostacolo è posto da un collettivo, mobilitato per difendere gli agricoltori che affermano di essere vittime di “ingiustizia fondiaria”.

Sono già passate più di due settimane da quando l’accesso alla Camera dell’Agricoltura della Guadalupa è stato bloccato dal Collettivo di Difesa Mobile (LCDM). Gli attivisti sono in conflitto da diversi mesi con la Land Development and Rural Constitution Company (SAFER) per l’assegnazione delle terre agli agricoltori. Un lucchetto è stato posto il 26 settembre sul cancello della sede centrale, a Convenance (Baie-Mahault).

Questo movimento non è privo di conseguenze. I circa 50 dipendenti che lavorano in questo sito non possono tornare alle loro postazioni di lavoro. E, ogni giorno, un centinaio di allevatori non possono essere ricevuti per svolgere le loro procedure regolamentari, soprattutto in materia di allevamento, riguardanti l’identificazione degli animali.

Da più di 15 giorni la Camera dell’Agricoltura non può più svolgere la sua missione di servizio pubblico per quanto riguarda l’identificazione degli animali da allevamento. Si tratta però di un obbligo, che rientra nel Codice Rurale e che è gestito dallo Stabilimento Dipartimentale Zootecnico (EDE), un dipartimento dell’istituzione consolare. Gli allevatori di bestiame, ad esempio, devono denunciare ogni nascita entro sette giorni.
Esiste ovviamente Boviclic, un software che consente di eseguire queste operazioni via Internet, ma solo il 10% dei proprietari di animali nell’arcipelago utilizza questo strumento. Il 90% delle dichiarazioni di nascita vengono quindi effettuate su carta: l’allevatore presenta alla Camera (o nella sua casella di posta) il modulo datato e firmato, poi l’EDE deve inserire il documento in due banche dati: una locale, l’altra è la Banca Dati Nazionale di Identificazione. (BDNI).
È questa registrazione che permette di redigere il passaporto del bovino e di consegnare le due fibbie di identificazione, fissate alle orecchie dell’animale.

Tuttavia, dal 26 settembre, non è stata registrata alcuna nascita.
Tanto più che il blocco della Convenance si è verificato nel mezzo di uno sciopero della EDF-PEI, con conseguente riduzione del carico. Il server informatico della Camera doveva essere spento ogni sera per renderlo sicuro. Da allora è stato impossibile entrare nei locali per riavviarlo. Quindi, anche a distanza, in telelavoro, gli agenti EDE non possono agire.

Questa situazione è”peggio che durante il Covid-19” secondo il parere dei professionisti che soffrono questa situazione; all’epoca era assicurato un servizio minimo.

Normalmente, ogni giorno una media di una sessantina di allevatori visitano gli stabilimenti di Baie-Mahault. Le filiali della Chambre au Moule e Marie-Galante funzionano, ma senza il server; non hanno accesso al database. Il numero di bovini non identificati aumenterà quindi in Guadalupa, a scapito della tracciabilità degli animali e delle loro carni.

Il personale della casa è sempre più esasperato da questa situazione. Ieri mattina (venerdì 11 ottobre 2024) si è svolto un incontro in videoconferenza, tra il direttore generale e gli agenti, per trovare soluzioni. Ma non tutti sono riusciti a connettersi.
La Camera dell’Agricoltura della Guadalupa conta un totale di 62 agenti, di cui una cinquantina assegnati alla sede dello stabilimento a Baie-Mahault.
Per quanto riguarda le missioni di supporto tecnico agli agricoltori, i tecnici continuano a recarsi sul campo.

Infine, questo blocco ha altre conseguenze: la formazione prevista sul sito ha dovuto essere rinviata, in particolare per Certiphyto (certificato obbligatorio per poter acquistare e utilizzare prodotti fitosanitari) e gli operatori insediati nel Gruppo Terreni Agricoli (GFA) non possono venire a pagare il loro affitto.

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