L’esempio paterno non è sempre il migliore. Venerdì la corte d’assise dell’Alta Savoia ha condannato a 20 anni di reclusione un giovane il cui padre era già stato condannato per un crimine simile 11 anni prima per l’omicidio del suo patrigno.
L’imputato, 22 anni, è stato condannato per aver ucciso suo suocero, un contadino di 64 anni, nel gennaio 2021 con un’arma da fuoco in una fattoria a Pringy, vicino ad Annecy, dove stava studiando. Aveva ferito anche la suocera e il suo compagno.
Il tribunale di Annecy ha ammesso la premeditazione e ha ritenuto che il suo discernimento fosse stato compromesso al momento del fatto. È stato condannato anche per violenza intenzionale aggravata contro la suocera e la sua ex compagna.
Quando la storia si ripete
Elemento notevole del caso, questa sentenza arriva dopo la condanna, da parte dello stesso tribunale nel 2012, del padre del giovane a 10 anni di reclusione penale, per aver ucciso a colpi di arma da fuoco il proprio suocero due anni prima.
“Le conseguenze di questo drammatico evento saranno tali da marchiare permanentemente ed indelebilmente questo ragazzo”.ha sostenuto nel corso dell’udienza l’avvocato del giovane, Me Rimondi, sottolineando che il suo assistito aveva 8 anni al momento del delitto commesso dal padre.
Lo ha stimato “i giurati sono stati sensibili a questo periodo della vita che ha vissuto in condizioni estremamente traumatiche”ricordando che il suo cliente rischiava l’ergastolo e che il procuratore generale aveva chiesto 22 anni di reclusione.
La condanna a 20 anni di reclusione era accompagnata da un’ingiunzione di cure e dal divieto di intrattenere contatti con le parti civili. Quest’ultimo ha detto “sollevato” della sentenza, in particolare delle misure di allontanamento, ha reagito il loro avvocato Jean-François Jullien, descrivendo la sentenza come “perfettamente giusto”.
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