nei 60 miliardi di risparmio, chi pagherà?

Un mese dopo la nomina a Matignon, il ministro dell’Economia Antoine Armand e il suo omologo di bilancio Laurent Saint-Martin hanno presentato giovedì la legge finanziaria 2025 e quella di finanziamento della Previdenza sociale. L’obiettivo era noto: ridurre il deficit dal 6,1 al 5% del Pil entro fine anno grazie a un piano di risparmi da 60 miliardi di euro, due terzi dei quali prevedono tagli alla spesa pubblica. Il restante terzo deriva dall’aumento delle tasse.

“Credo che stiamo proponendo un percorso di equilibrio”

La spesa pubblica diminuirà di 40 miliardi di euro. La metà riguarda lo Stato e i suoi operatori, i tagli ai bilanci ministeriali arriveranno quindi a 20 miliardi di euro. Danni all’Istruzione nazionale che perde 4.000 posti di insegnamento, ma anche alle politiche di aiuto alle imprese, in particolare sul tema dell’apprendistato. Il resto dello sforzo è distribuito tra le comunità con 5 miliardi di euro e la Previdenza Sociale 15 miliardi di euro.

Nonostante tutto, Laurent Saint-Martin difende il pareggio di bilancio. “Credo che stiamo proponendo una via di equilibrio, soprattutto responsabile. È una via che esclude qualsiasi randellata fiscale e qualsiasi cura di austerità”, spiega il ministro del Bilancio.

Nessuna randellata fiscale, ma 20 miliardi di aumento delle tasse lo stesso. Il contributo eccezionale sugli utili dei soli grandi gruppi frutta 8 miliardi di euro, mentre le 65.000 famiglie più ricche pagheranno un’imposta temporanea che dovrebbe fruttare due miliardi di euro. Lo Stato, infine, incasserà tre miliardi di euro grazie all’aumento dell’imposta sull’elettricità, il cui impatto sulle bollette sarà compensato dal calo delle tariffe di mercato.