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Sulla diga del Fond Lahayé, voglia di vedere le cose muoversi

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Mercoledì sera intorno alle 23 è stato effettivamente allestito questo posto di blocco nel quartiere di Schoelcher. Le barricate sono state installate sulla RN2.

Se un’auto bloccata crea già una certa difficoltà, è qualche metro più avanti che il passaggio diventa un po’ più complicato.

Lamiere in fiamme, biciclette o rifiuti di ogni genere intasano la carreggiata.

In un’atmosfera amichevole, più di cinquanta manifestanti presenti filtrano i passaggi, permettendo in particolare il passaggio agli infermieri e a tutti i membri della professione medica.

Una situazione complicata che disorienta il traffico ma necessaria per i pochi residenti che ho potuto incontrare. Questa è in particolare l’opinione di Guy Alberto :

Il prefetto, durante le trattative, si prendeva gioco di noi martinicani. Oggi il popolo è in rivolta. Questo è il risultato di tutto ciò che ha creato. questo è ciò che hanno piantato. Li farà riflettere perché devono pensare. Perché dopo, se non facciamo nulla, continueremo a soffrire. Successivamente bisogna agire. Lì si faranno delle domande. Vedranno che il popolo si ribellerà un po’. È perché c’è qualcosa che non va. C’è un problema. All’improvviso in Martinica praticamente tutti i comuni si ribellarono. Stanno creando ostacoli, quindi significa che c’è disagio. Quindi dopo devi farti le domande giuste

“Dobbiamo agire”

Versare Marvinè anche un male necessario:

Stiamo lottando per il costo della vita. Dobbiamo dimostrare che siamo parte del movimento. Anche se a volte la barriera è fastidiosa, dobbiamo essere in grado di agire per dimostrare che ci siamo, che siamo presenti e che il Paese non andrà avanti finché non sconvolgeremo la gente. Quindi, se sconvolgiamo gli spiriti, la diga è lì per quello, c’è il fuoco. Ancora non prestiamo sufficiente attenzione alle questioni relative alla carriera, alla salute, all’assistenza sociale e personale. Ecco, non dobbiamo scherzare, ma vogliamo comunque dimostrare che stiamo bloccando il Paese, perché se blocchiamo il Paese, allora tutti si sentiranno preoccupati. Non c’è tempo, non c’è durata. Finché non avremo ciò che vogliamo, finché non otterremo ciò che vogliamo veramente, continueremo a mobilitarci

Nel frattempo continua la tavola rotonda al CTM dove i partecipanti cercano di trovare punti d’accordo per abbassare i prezzi dei prodotti alimentari.

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