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Assassinio di Iris a Lorient: la nuova versione “abrageosa” del sospettato

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Si tratta di uno scenario considerato “assurdo” da una fonte vicina alla vicenda. Christophe Raule ha nuovamente modificato la sua versione sul caso del rapimento, omicidio e stupro di Iris Coëtmen, 23 anni, avvenuto il 27 maggio 2023 a Lorient. Questo nuovo cambiamento è avvenuto alla fine di giugno, davanti al giudice istruttore, come riportato da Le Télégramme lo scorso luglio. “Ha confermato le sue dichiarazioni durante la ricostruzione e ha negato ogni responsabilità per i crimini di cui è accusato”, ha detto al Télégramme il signor Thierry Fillion, il suo avvocato. In questa nuova versione, secondo le nostre informazioni, l’indagato riguarda quattro uomini incappucciati, comparsi mentre la giovane stava uscendo dal furgone, dove l’aveva “caricata”, “per aiutarla”, dopo averla trovata quasi priva di sensi nell’auto. strada. I quattro sconosciuti avrebbero poi afferrato Iris e l’avrebbero gettata nel furgone, ordinando loro, sotto la minaccia di un lacrimogeno, di portarli dove volevano. Problema: nessun elemento materiale supporta questa versione. Nel veicolo non è stato trovato alcun DNA diverso da quello del sospettato e di Iris.

“Spiegazioni contorte” al processo per stupro del 2015

Arrestato l’8 giugno 2023, meno di due settimane dopo l’omicidio di Iris, Christophe Raule aveva adattato per la prima volta la sua versione iniziale. Di fronte alle prove schiaccianti rivelate dagli inquirenti (video e Dna), è stato costretto ad ammettere di aver effettivamente incontrato la giovane la sera della sua morte.

Questa nuova svolta evidenzia in ogni caso alcune somiglianze con gli elementi del caso di stupro per il quale è stato condannato nel 2015 (nove anni di carcere), per atti commessi nel maggio 2000. Dopo le confessioni in custodia di polizia, Christophe Raule ha ritrattato e ha dato “contorte spiegazioni” durante il processo nel 2015, secondo l’avvocato della vittima. All’epoca, l’ufficiale di polizia di Lorient che aveva condotto le indagini aveva espresso la convinzione di avere a che fare con “un predatore sessuale”. “Prima di tutto il suo modus operandi, eseguito con compostezza e determinazione. Ciò potrebbe far pensare che non fosse la prima volta. Anche la sua personalità. Lo ricordo come un uomo intelligente ma subdolo (…). La sua vittima era sopravvissuta per miracolo», ha confidato lo scorso luglio al Télégramme questo comandante di polizia in pensione.

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