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l’elettricità è tassata più del gas e la situazione peggiorerà

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QSe prima saldiamo il debito di bilancio… Il debito ecologico aspetterà! È questo il segnale che si prepara a mandare il governo, che ha deciso, secondo il quotidiano Gli Echidi aumentare considerevolmente l’imposta sull’elettricità nel 2025 per rimpinguare le proprie casse: l’imposta nazionale sui consumi finali di elettricità, conosciuta con l’acronimo TICFE, sarebbe aumentata a 40 euro/MWh, o addirittura 42 euro – rispetto ai 32 euro/MWh iniziali previsto, ovvero un costo aggiuntivo di quasi il 30%. Abbastanza per portare 6 miliardi allo Stato, calcola il quotidiano economico… E abbastanza per far perdere la latitudine ai membri del governo, chiamati a sostenere la transizione energetica del Paese, trascinandosi una grossa palla al piede ai piedi. “È incomprensibile, stiamo camminando a testa bassa”, afferma Nicolas Goldberg, esperto di energia presso Colombus Consulting e Terra Nova. Abbiamo l’impressione che a Matignon l’energia non interessi a nessuno e che si navighi a vista. »

Lo scenario di una tassa di 59 euro

Per comprendere l’enormità di un simile annuncio bisogna riavvolgere il filo. L’accisa sull’elettricità (ex CSPE) è stata creata all’inizio degli anni 2000, principalmente per finanziare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Inizialmente modesto (3 euro/MWh nel 2003), aumenterà vertiginosamente fino a raggiungere i 22,50 euro/MWh nel 2021. Nel febbraio 2022, quando la crisi energetica provoca un’impennata dei prezzi, il governo riduce l’accisa a 1 euro/MWh .

Il deficit di gettito fiscale è considerevole (circa 18 miliardi di euro nel periodo 2022-2023). Passata la crisi, nel febbraio 2024, il governo decide quindi di ripristinare la tassa, inizialmente a 21 euro, e conferma che arriverà a 32 euro/MWh nel 2025. Sulla carta, anticipa Bruno Le Maire, va tutto bene: Poiché i prezzi dell’energia elettrica sono diminuiti notevolmente, la bolletta francese dovrebbe comunque scendere, nonostante l’imposta, di circa il 15%. Da qui l’idea, preparata dal precedente governo, di andare ben oltre, alzando l’imposta a una quarantina di euro… «Alcuni scenari, sotto Bruno Le Maire, prevedevano addirittura un’imposta di 59 euro/MWh», confida un ex ministro. “Si dicevano che, poiché sarebbe stato quasi indolore, i francesi non se ne sarebbero accorti…”

Passato direttamente da Bercy a Matignon, Jérôme Fournel, ex braccio destro di Bruno Le Maire divenuto capo dello staff di Michel Barnier, ha quindi preso il progetto nelle sue scatole. E di fronte alla sfida di dover liberare 60 miliardi di margini di bilancio, intende spingerlo… Nonostante i suoi effetti perversi, che il Ministro della Transizione Ecologica e dell’Energia ha voluto sottolineare il 6 ottobre, attraverso la stampa: “Il Il rischio è che ci sia un aumento del prezzo dell’energia elettrica. Dobbiamo essere molto vigili perché i francesi sono modesti e le classi medie […] avrà una doppia punizione. Spesso sono loro che vivono nei setacci termici», ha avvertito Agnès Pannier-Runacher su BFMTV.

Misurazioni incoerenti

Gli specialisti dell’energia, dal canto loro, digrignano i denti e voltano le spalle. “La crisi energetica è passata, l’argomento non interessa più ai politici, che ritornano alle loro vecchie abitudini: vanno nel modo più semplice possibile, senza alcuna visione o pensiero a lungo termine”, esclama un operatore del settore. Una volta presa in considerazione, è stata scartata l’idea di pompare 3 miliardi dagli utili di EDF, tornata nelle mani dello Stato: la società dovrà finanziare il rinnovamento della flotta nucleare, già gravata da un debito di 50 miliardi . Via alle bollette della luce, allora… Anche a costo di ledere le altre priorità di un governo che “non sa dove vuole andare”.

Perché il provvedimento solleva due enormi problemi. Il primo, puramente politico, riguarda l’importo delle fatture: per chi non è a prezzi regolamentati e ha optato per un’offerta di mercato, rischia di lievitare vertiginosamente… «Stiamo parlando di panettieri, industriali, edilizia sociale… È carino pessimo tempismo, come tipologia di clientela”, lamenta un consigliere del governo, che sottolinea che nessun ministro è stato consultato.

Il secondo problema è strategico. Le aziende francesi, che già soffrono di prezzi energetici più elevati rispetto ai concorrenti americani, faticano a rimanere competitive. E mentre il governo li spinge, attraverso una legislazione restrittiva, a realizzare una transizione energetica su larga scala e all’elettrificazione, allo stesso tempo sta approfondendo il loro percorso verso la routine. La fine della vendita di veicoli termici, ad esempio, è fissata per il 2035, e la settimana scorsa il nuovo ministro dell’Industria ha promesso di “rilanciare le vendite di auto elettriche”. Ma come, se gli elettroni sono sovraccaricati?

L’elettricità tassata 11 volte di più del gas naturale

L’accisa sul gas naturale dovrebbe rimanere fissata a 16,37 euro/MWh, la metà. “Ci sono sempre meno clienti del gas e dobbiamo ancora finanziare le infrastrutture, il che rende complicato l’aumento delle tasse”, spiega Nicolas Goldberg. Quanto all’accisa sui prodotti petroliferi, dovrebbe restare a 21 euro/MWh… Il suo aumento, nel 2018, ha provocato il movimento dei Gilet Gialli, che nessuno al governo vuole rilanciare.

LEGGI ANCHE Anche con gli aiuti, le imprese francesi pagano molte tasseDa qui questa aberrazione, evidenziata dall’Unione elettrica francese: oggi, rispetto alle emissioni di CO22 che genera, “l’elettricità è tassata 4 volte di più della benzina, 11 volte di più dell’olio combustibile domestico e 9 volte di più del gas naturale”. Il prossimo bilancio dovrebbe rafforzare ulteriormente il premio sui combustibili fossili. “Allo stesso tempo, verrà tagliato il leasing sociale per le auto elettriche, non capiamo nulla sugli aiuti per la ristrutturazione termica, non verranno realizzati progetti di elettrificazione nelle aziende… Il segnale inviato è disastroso”, deplora Nicolas Goldberg.

Lontano da Matignon, dove si redige il bilancio, nei corridoi dei ministeri dell’Industria, dell’Economia, della Transizione ecologica, dell’Energia, nessuno rischia di fare il minimo commento. “Il piano non è definitivo. Queste tasse sono una proposta del governo, ma sono destinate ad essere riviste durante il dibattito parlamentare”, afferma un consigliere. Un dibattito che si preannuncia acceso, anche all’interno dei gruppi Macronisti e LR…

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