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Petrolio Brent: indeboliti dalle rinnovate preoccupazioni sulla domanda cinese, i prezzi del petrolio stanno crollando

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(BFM Bourse) – I prezzi del greggio sono crollati bruscamente questo martedì, mentre il mercato attendeva annunci di misure di ripresa in Cina che non si sono concretizzate.

Martedì i prezzi del petrolio sono scesi del 5%, gravati dagli annunci economici deludenti di Pechino e dalla prospettiva di un’abbondante produzione di petrolio nei mesi a venire.

Il prezzo del barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a dicembre, è sceso brevemente di oltre il 5%, per poi risalire leggermente. Ha perso il 4,36%, a $ 77,40, intorno alle 16:40 a Parigi.

Il suo equivalente americano, il barile di West Texas Intermediate (WTI), con consegna a novembre, è sceso del 5% ed è sceso ulteriormente del 4,56%, a 73,62 dollari, più o meno nello stesso periodo.

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Delusione cinese

Martedì, durante una conferenza molto attesa dai mercati, le autorità cinesi si sono limitate a riaffermare la fiducia nel raggiungimento degli obiettivi economici, senza però svelare nuove misure di ripresa, deludendo le aspettative degli investitori.

“È chiaro che il mercato voleva di più” di fronte alle difficoltà economiche che attraversa Pechino, ha affermato Stephen Innes, analista di SPI Asset Management.

Poiché la Cina è il principale importatore di oro nero, la sua salute economica influenza fortemente i prezzi del greggio. Inoltre, la Libia continua a rilanciare la propria produzione petrolifera dopo la risoluzione di una crisi politica che aveva chiuso i rubinetti.

La compagnia petrolifera statale libica, National Oil Corporation, ha annunciato martedì di aver prodotto 1,13 milioni di barili di greggio in 24 ore.

Il calo del prezzo del petrolio di martedì arriva all’indomani del superamento, lunedì, della soglia degli 80 dollari al barile, il livello più alto del Brent da più di un mese, spinto dalla situazione in Medio Oriente.

“Il Brent rimane tra 5 e 10 dollari al di sopra del livello al quale verrebbe scambiato se non ci fosse il rischio di conflagrazione”, stima Ole Hansen, analista di Saxo Bank.

Nel breve termine, i prezzi potrebbero aumentare a causa del conflitto in Medio Oriente e delle sue possibili conseguenze sulle forniture iraniane, ma, nel lungo termine, gli analisti prevedono prezzi bassi nel 2025.

L’OPEC+ (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e dei loro alleati) ha una capacità inutilizzata di quasi 6 milioni di barili al giorno e la sola Arabia Saudita è in grado di aumentare la sua produzione di quasi 3 milioni di barili al giorno”, ha affermato l’analista della SEB Ole Hvalbye.

(Con AFP)

JM – ©2024 Borsa BFM

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