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l’est della Francia prevede un raddoppio del rischio di incendi

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Marc Sezyk, referente territoriale degli incendi boschivi presso l’ONF per la zona di difesa orientale (che riunisce Grand Est e Borgogna-Franca Contea), ricorda: gli incendi del 2022 nel Giura o nei Vosgi non sono stati “assolutamente non prevedibile”. Successivamente la missione di interesse generale dell’ONF in materia di incendi è stata “rinforzato” nel nord e nell’est del paese. Si tratta di richieste legate alla conoscenza del terreno durante i periodi di siccità, o di missioni di monitoraggio dei massicci con veicoli pick-up dotati di piccoli serbatoi d’acqua, elenca.

Per il comandante Schulz una delle sfide da raccogliere è la prevenzione tra la popolazione: “Nove incendi su dieci sono di origine antropica e c’è davvero bisogno di innescare una cultura del rischio” in Oriente. Nella Mosella sono stati posizionati adesivi all’ingresso delle aree forestali per sensibilizzare gli escursionisti, mentre la collaborazione con la Camera dell’Agricoltura consente di fornire consulenza agli operatori.

La sfida è che questa acculturazione avvenga rapidamente “soprattutto in un contesto in cui si vede chiaramente che il tempo libero nella natura, il desiderio di bivaccare, il desiderio di passare la notte nella foresta, ecc. moltiplica”, rileva Rodolphe Pierrat, assistente del direttore territoriale dell’ONF Grand Est. Dobbiamo anche essere in grado di intervenire il più presto possibile sugli incendi, il che implica la conoscenza della tipologia delle strade forestali, dato del tutto inesistente qualche anno fa, creato poco a poco dai diversi servizi.

Anche l’Est, teatro della Grande Guerra, studia la “zona rossa”: munizioni nascoste un po’ ovunque nel terreno, in particolare nella Mosa, con i territori interessati non ancora mappati, e si chiede come queste munizioni potrebbero reagire terra per più di un secolo a contatto con il fuoco.

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