DayFR Italian

Gustave Caillebotte al Museo d’Orsay: la mostra da non perdere questo autunno

-

Uomini che piallano un pavimento in parquet, escono dalla vasca da bagno o camminano sotto la pioggia, dipinti come se si fossero lasciati sorprendere da un amico fotografo: questa l’impresa compiuta da Gustave Caillebotte (1848-1894), a cui il museo ‘ Orsay dedica una mostra unica, fino al 19 gennaio 2025.

Leggi anche >>> 5 cose da sapere su Tina Barney, fotografa di famiglie americane

Circa 140 opere e documenti, tra cui 65 dipinti che rappresentano “la maggior parte dei suoi capolavori”, oltre a numerosi disegni e studi preparatori saranno presentati da martedì fino al 19 gennaio, precisa Paul Perrin, direttore delle collezioni del museo e curatore della mostra , intitolato “Caillebotte, dipingere uomini”.

Opere iconiche in mostra

All’origine sono due opere emblematiche del suo lavoro: “Parte di una barca”, acquisita nel 2022 da Orsay, e “Giovane alla finestra”, acquisita nel 2021 dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles, partner del Museo d’Orsay con l’Art Institute of Chicago, entrambi finanziatori e che ospiteranno la mostra nel 2025.

Leggi anche >>> Edgar Degas: 7 cose che (forse) non sapevi sul pittore francese

Vediamo due uomini, dipinti con “un’inquadratura geniale che rende Caillebotte così unica”, per Paul Perrin. Le prime file energiche, con le maniche rimboccate, di fronte allo “spettatore” che sembra seduto sulla stessa barca. Il secondo osserva i tetti di Parigi dalla sua finestra, di spalle, osservati molto da vicino dal pittore.

La mostra, la prima dedicata al pittore a Orsay dalla sua apertura nel 1986, è costruita cronologicamente, dagli anni 1870 al 1894, attorno a queste figure maschili: fratelli, amici, sportivi con cui rema e naviga, operai, passanti che incontra andando al bar, vicino alla stazione Saint-Lazare o sui Grands Boulevards.

Rappresentano “due terzi della sua pittura figurativa, a differenza di Manet, Degas o Renoir per i quali la modernità è piuttosto incarnata da figure femminili” e compongono “una sorta di autofiction personale, riflesso della propria identità”, spiega Paul Perrin.

Una mostra da non perdere

Tra i capolavori esposti, le “Piallatrici per parquet” (1875), abitualmente esposte a d’Orsay, e i suoi studi preparatori, che mostrano quanto l’artista osservasse e lavorasse su ogni gesto e postura prima di realizzare il suo dipinto.

Un’altra pepita, “Le Pont de l’Europe” nella sua versione del 1876, che rappresenta dei passanti e un cane che camminano lungo pesanti strutture in ferro e balaustre sopra la stazione di Saint-Lazare, e nella versione del 1877, ingrandita, mostrando tre uomini che guardano attraverso strutture metalliche da cui fuoriesce il fumo di un treno.

“Paris Street, Rainy Weather” (1877) e i suoi famosi ombrelli blu si affiancano a scene di interni meno conosciute, come quella di uno dei tre fratelli del pittore, in primo piano, che si taglia la carne durante un pranzo in famiglia, o di un uomo e una donna che legge in salotto, i cui ruoli sembrano invertiti.

“Boulevard visto dall’alto” (1880) o “Un rifugio, boulevard Haussmann” evocano prospettive degne dei droni. Gustave Caillebotte è stato a lungo considerato, a torto, “un pittore dilettante a causa della sua ricchezza”, un patrimonio familiare che ha ereditato e che gli ha permesso di sostenere con forza il movimento impressionista, di cui quest’anno si celebra il 150° anniversario, coltivando allo stesso tempo altre passioni : vela, filatelia e orticoltura, secondo l’assessore.

La nudità nelle opere di Gustave Caillebotte

Una delle stanze più sorprendenti è dedicata alla nudità, di cui l’artista decostruisce i codici sociali: uomini nudi sostituiscono i tradizionali bagnanti e non hanno nulla in comune con le naiadi.

In “L’uomo nel bagno” (1884), la schiena di un uomo, leggermente inclinata in avanti, si asciuga vigorosamente in una postura sfavorevole mentre tracce d’acqua impregnano il pavimento del bagno. “È così radicale, anche Degas [qui s’en rapproche, N.D.L.R] non l’ho mai fatto”, ha commentato per l’AFP Gloria Groom, capo curatore del dipartimento europeo di pittura e scultura presso l’Art Institute di Chicago.

Se l’erotizzazione è evidente, “niente permette di attestare l’omosessualità del pittore”, secondo Paul Perrin. Gustave Caillebotte non si è mai sposato e non ha avuto figli. Viveva con una donna, Charlotte Berthier. Nella mostra, un “Nudo sul divano” rappresenta una giovane donna sdraiata su un divano fiorito che appare in altre opere. Coprendosi il viso con un braccio, piega casualmente una gamba, sembrando non prestare attenzione a chi la sta guardando.

Related News :