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Attentato terroristico del 7 ottobre: ​​un corteo ha riunito ieri a Digione circa 150 persone

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Il 7 ottobre 2023 Hamas ha orchestrato una serie di attacchi coordinati sul territorio israeliano. Fin dall’alba, l’organizzazione palestinese, considerata terroristica dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, ha colto di sorpresa lo Stato di Israele effettuando incursioni mortali via terra, aria e mare, vanificando così le misure di sicurezza israeliane. Questa tragica giornata costò la vita a 1.189 persone, tra cui 815 civili, 251 persone furono rapite da Hamas durante un attacco durante un festival musicale vicino all’enclave palestinese.

Dopo questi eventi, 97 persone sono ancora detenute a Gaza. Secondo le autorità israeliane, si presume che 34 di loro siano morti, tra cui Idan Shtivi, 28 anni, la cui morte è stata recentemente confermata dall’Hostage Families Forum. Gli altri 63 ostaggi presunti vivi sono ancora trattenuti, tra cui 51 uomini, 10 donne e 2 bambini. Tra questi detenuti, 56 sono israeliani, di cui almeno 20 con doppia nazionalità L’Espresso.

Ieri sera si è tenuta a Digione una marcia commemorativa, a un anno dagli attacchi terroristici di Hamas in Israele. Organizzata dal collettivo Tous 7-Octobre, questa manifestazione mirava a onorare le vittime degli attentati del 7 ottobre 2023 e ad esprimere sostegno agli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Circa 150 persone, secondo gli organizzatori (120 secondo la polizia), si sono radunate in Place Darcy prima di marciare in silenzio verso Place de la Libération, dimostrando così la loro solidarietà alle famiglie degli ostaggi.

In piazza della Libération sono intervenuti diversi relatori, tra cui Israel Cemachovic, presidente dell’Associazione Culturale Israelita di Digione (ACID), ha sottolineato la presenza storica della comunità ebraica in Borgogna e l’impatto degli attentati su di essa. Ha ricordato che Hamas, nel prendere di mira i civili israeliani, ha cercato di massimizzare il numero delle vittime per distrarre l’attenzione dagli ostaggi e dai morti israeliani. Ha delineato la strategia politica del movimento islamico, che, a suo dire, utilizza la morte dei civili a Gaza per scopi di propaganda.

François Rebsamen, sindaco di Digione, era presente ieri in Place de la Libération, insieme al primo deputato di Digione, Nathalie Koenders. Nel suo intervento ha pronunciato parole di solidarietà: “ Il 7 ottobre 2023 rimarrà per sempre segnato nella memoria di tutti i nostri concittadini. Questo giorno di orrore, in cui l’organizzazione terroristica Hamas massacrò e uccise donne e bambini, fu un giorno di lutto per gli ebrei di tutto il mondo. Ma più in generale lo vorrei dire qui, a nome di tutti i cittadini. Dei francesi che si sono sentiti preoccupati… Vorrei ricordare qui una cosa abbastanza semplice: ogni volta che un ebreo, ogni volta un cittadino ebreo francese – parlo per la Francia – si sente attaccato, si sente preoccupato nella sua vita personale, ogni volta è la Repubblica che si ritira “.

Il sindaco di Digione ha insistito sul fatto che tutto deriva da questo attacco terroristico di Hamas: “ Siamo con te, siamo al tuo fianco in questo momento di sofferenza. Naturalmente non dimentichiamo le popolazioni civili che subiscono i danni. Ma tutto è nato, non lo dimenticheremo mai, da questo attacco terroristico di Hamas “.

Françoise Tenenbaum, presidente della LICRA di Digione, ha definito gli attentati un genocidio e ha denunciato la crudeltà dei sequestratori di ostaggi, sottolineando che le vittime di Hamas non erano tutte ebree. Ha esortato la società a non lasciare che il 7 ottobre diventi una lotta esclusivamente ebraica, ma a unirsi attorno ai valori universali dell’umanesimo.

François-Xavier Dugourd, vicepresidente del consiglio dipartimentale della Côte-d’Or, ha stabilito un parallelo tra gli attentati dell’11 settembre 2001 e quelli del 7 ottobre 2023. Ha chiesto che questa data non scompaia dalla memoria ed ha espresso il suo vergogna per l’aumento dell’antisemitismo in Francia.

Monique Thébault, presidente della Francia-Israele Digione, ha criticato la mancanza di mobilitazione globale per la liberazione degli ostaggi e ha deplorato il silenzio di alcune associazioni.

L’incontro si è concluso con il canto della Marsigliese e dell’Hatikvah, l’inno nazionale israeliano, segnando un momento di intensa e unita contemplazione. Questo incontro di Digione, anche se locale, riflette la solidarietà internazionale verso le vittime del 7 ottobre e gli ostaggi ancora prigionieri, denunciando al tempo stesso l’aumento dell’odio e del terrorismo su scala globale.

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