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L’inflazione si stabilizza, mentre i prezzi dei prodotti alimentari salgono

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L’Istituto Nazionale di Statistica (INS) ha appena pubblicato la nota mensile “Indice dei prezzi al consumo”, per settembre 2024.

Secondo il rapporto, il tasso d’inflazione in Tunisia rimane invariato al 6,7%, lo stesso livello del mese precedente.

Questa stabilità è il risultato di diverse dinamiche: da un lato si osserva un’accelerazione del rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, con un aumento annuo del 9,2% (rispetto all’8,5% di agosto), così come dei prezzi dei settori del tempo libero e della cultura settore, passato dal 5,8% al 7%. Il ritmo dell’aumento dei prezzi nei settori dell’abbigliamento e delle calzature ha invece leggermente rallentato, raggiungendo il 9,7% rispetto al 9,9% di agosto. Per quanto riguarda il gruppo delle bevande alcoliche e dei tabacchi, l’aumento dei prezzi si è notevolmente moderato, passando dal 5,4% allo 0,3%.

Per quanto riguarda i prodotti alimentari, l’aumento annuo dei prezzi, pari al 9,2%, è dovuto principalmente al forte aumento dei prezzi della carne ovina (+22,8%), degli oli alimentari (+15,1%), della frutta secca (+15,1%). %), pesce fresco (+13,2%) e verdure fresche (+13%). Anche la carne bovina e il pollame hanno registrato aumenti significativi, rispettivamente del 12,4% e del 12,2%.

I prodotti manifatturieri, dal canto loro, hanno evidenziato un aumento annuo del 6,1%, un trend trainato in gran parte dall’aumento dei prezzi di abbigliamento e scarpe (+9,7%) nonché dei prodotti per la pulizia della casa (+8,3%). Nei servizi i prezzi hanno registrato un aumento del 5,3%, dominato dall’incremento nel settore della ristorazione, dei bar e degli alberghi, che ha raggiunto l’8,8%.

L’inflazione core, che esclude i prodotti alimentari ed energetici, si è attestata al 6,2%, in calo rispetto al 6,4% del mese precedente. I prodotti i cui prezzi non sono regolamentati sono aumentati del 7,7% in un anno, rispetto ad un aumento più moderato del 3,1% per i prodotti regolamentati. I prodotti alimentari non regolamentati, in particolare, hanno registrato un aumento significativo, pari al 10,2%, mentre quelli soggetti a prezzi regolamentati sono aumentati solo del 2,6%.

Inoltre, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,8% tra agosto e settembre 2024, uno sviluppo attribuibile principalmente all’aumento dell’1,5% dei prezzi dei prodotti alimentari e del 3,9% nel settore dell’istruzione. I prezzi di abbigliamento e scarpe sono invece diminuiti leggermente dello 0,1%, a causa del prolungamento dei saldi estivi.

Nel dettaglio, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati su un mese dell’1,5%, trainati dai notevoli incrementi della frutta secca (+5%), della frutta fresca (+4,6%), del pollame (+4,5%) e degli ortaggi freschi (+ 4,2%). La carne bovina, dal canto suo, ha visto i suoi prezzi scendere dell’1,5%.

Anche il settore dell’istruzione ha registrato un aumento dei prezzi, con un aumento del 3,9% a settembre. Questa tendenza è dovuta principalmente all’aumento dei prezzi del materiale scolastico (+4,2%), dei servizi privati ​​di istruzione secondaria (+5,5%), dei corsi di tutoraggio (+3,4%) e dei servizi privati ​​di istruzione prescolastica e primaria (+3,1%).

Nel settore tempo libero e cultura, infine, i prezzi sono aumentati dell’1,4%, soprattutto a causa dell’aumento del 7,1% dei prezzi di giornali, riviste e libri culturali.

I contributi all’inflazione mostrano che i gruppi dei beni manifatturieri e dei servizi rappresentano i settori più influenti, con contributi rispettivamente del 2,3% e dell’1,8%. In termini di regimi di prezzo, i prodotti non alimentari gratuiti e i prodotti alimentari gratuiti hanno contribuito in modo significativo all’inflazione, rispettivamente al 3,5% e al 2,5%. Al contrario, i prodotti alimentari regolamentati hanno fornito solo un contributo marginale dello 0,1%.

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