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Inflazione, geopolitica e risultati nel menu del mercato

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(Reuters) – La prossima settimana si preannuncia intensa per i mercati con i dati sull’inflazione americana e con l’avvio della stagione di pubblicazione dei risultati societari negli Stati Uniti, in un contesto di tensioni ancora elevate in Medio Oriente.

Panoramica delle prospettive di mercato nei prossimi giorni:

1/ UN ANNO DI GUERRA

Un anno dopo l’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre, il Medio Oriente sembra sull’orlo di una guerra totale che potrebbe potenzialmente rimodellare la regione e sconvolgere l’equilibrio del mercato petrolifero.

Nonostante gli appelli della comunità internazionale per un cessate il fuoco, il conflitto nella Striscia di Gaza si sta estendendo ai paesi vicini. Israele sta conducendo un’offensiva aerea e terrestre in Libano per combattere il movimento sciita Hezbollah, sostenuto da Teheran, mentre valuta la sua risposta al grande attacco missilistico lanciato dall’Iran sul suo territorio all’inizio di questa settimana.

Il conflitto sta alimentando il nervosismo degli investitori e ha fatto lievitare i prezzi del petrolio di circa l’8% negli ultimi giorni, anche se la debole domanda e l’abbondante offerta a livello globale hanno portato guadagni limitati.

Una rinnovata tensione tra Iran e Israele potrebbe cambiare la situazione, soprattutto se Israele decidesse di colpire gli impianti petroliferi iraniani, un’opzione che il presidente americano Joe Biden ha detto di prendere in considerazione.

Il conflitto pesa sull’economia israeliana: il paese ha visto il suo rating declassato da diverse agenzie, i suoi CDS (“credit default swap”) – che misurano il costo rispetto al rischio di default a una determinata scadenza – salire alle stelle e il prezzo dei suoi crollo dei titoli sovrani.

2/ MACRO-MICRO

La stagione degli utili del terzo trimestre sta per iniziare negli Stati Uniti e probabilmente metterà alla prova un mercato azionario prossimo ai massimi storici.

JPMorgan Chase, Wells Fargo e BlackRock pubblicheranno i risultati venerdì. Altri risultati sono attesi all’inizio della settimana, in particolare quelli di PepsiCo e Delta Air Lines.

Secondo i dati LSEG IBES, le società S&P 500 dovrebbero registrare una crescita degli utili nel terzo trimestre di almeno il 5,3% rispetto all’anno precedente.

Dal punto di vista macroeconomico, l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti per il mese di settembre, che sarà pubblicato giovedì, sarà attentamente monitorato per valutare l’entità della disinflazione.

Gli investitori stanno già prevedendo tagli significativi dei tassi dopo che la Federal Reserve ha iniziato il suo ciclo di allentamento il mese scorso.

3/ IL TEMPO DEL GIUDIZIO

Attesissimo sul bilancio per il 2025, il governo francese guidato da Michel Barnier dovrebbe presentare giovedì al Consiglio dei ministri il disegno di legge finanziaria (PLF) per il prossimo anno.

Il governo prevede di impegnare circa 60 miliardi di euro nel bilancio francese per il 2025 per risanare le finanze pubbliche e raggiungere i nuovi obiettivi di riduzione del deficit pubblico.

Si prevede un ritorno ad un deficit pari al 5% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2025 e inferiore al 3% del PIL – in conformità con gli impegni europei – per il 2029 rispetto a un obiettivo precedente fissato per il 2027.

Per raggiungere questo obiettivo, l’esecutivo vuole ridurre la spesa pubblica e concedere contributi eccezionali e temporanei ai francesi più ricchi e alle grandi imprese.

Per il momento le tensioni sul debito sovrano francese restano limitate. Ma le cose potrebbero cambiare, dato che venerdì l’agenzia Fitch pubblicherà il rating creditizio della Francia e che l’esame del bilancio in Parlamento non è esente da rischi per la permanenza al potere del nuovo primo ministro.

4/ IN CAMPAGNA

In Giappone, è probabile che anche gli sviluppi politici confondano gli investitori.

Divenuto primo ministro, Shigeru Ishiba ha sorpreso invocando un nuovo piano economico volto a uscire dalla deflazione, anche se fino ad ora era stato visto come un sostenitore dell’austerità di bilancio.

Ha anche apertamente mostrato la sua ostilità verso un ulteriore aumento dei tassi di interesse da parte della Banca del Giappone.

Lo yen, che aveva raggiunto livelli record, è sceso sotto quota 147 contro il dollaro, toccando il livello più basso in sei settimane, e le azioni giapponesi hanno registrato un notevole rimbalzo.

Forse non sorprende, tuttavia, che il nuovo primo ministro, apparentemente “falco”, stia nascondendo gli artigli in vista delle elezioni anticipate, che si terranno il 27 ottobre.

(Grafica di Kripa Jayaram, Pasit Kongkunakornkul, Vineet Sachdev; compilata da Dhara Ranasinghe; versione francese Pauline Foret, a cura di Blandine Hénault)

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