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Il Collettivo degli Agenti che cessano l’attività fornisce alcune risposte

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Il Collettivo degli Agenti in cessazione delle attività del Ministero dell’Energia, del Petrolio e delle Miniere fa riferimento all’articolo L.53 del codice del lavoro che indica che “Qualsiasi risoluzione del contratto a tempo indeterminato, senza preavviso o senza preavviso è stata pienamente osservato, comporta l’obbligo per il soggetto responsabile di corrispondere alla controparte un’indennità denominata “indennità di preavviso”, il cui importo corrisponde alle retribuzioni e ai benefici di qualsiasi genere di cui il lavoratore avrebbe beneficiato durante il periodo di preavviso che ha non è stato effettivamente rispettato.

Con sorpresa abbiamo seguito le uscite mediatiche del Ministro sabato 5 ottobre 2024 a Thiès dopo quella di uno dei suoi consulenti tecnici al TFM venerdì 4 ottobre 2024.

La stampa che ha riportato la comunicazione ha riportato le seguenti informazioni:
– Gli stipendi venivano pagati con un fondo anticipato.
No, gli stipendi si basano su un fondo chiamato “fondo per lo sviluppo minerario e geologico” che è incluso nel bilancio statale da più di 40 anni e votato ogni anno. Molti dipendenti che hanno beneficiato di questo fondo sono oggi in pensione.
– Superamento del fondo di 200 milioni
No, nel bilancio operativo del Ministero era incluso un fondo di recupero per un importo di 3 miliardi di CFA da cui si dovevano prelevare 200 milioni per sostenere queste spese aggiuntive per il personale. Non è stato speso nulla per questo fondo di recupero fino alla nomina del ministro. In particolare, è stato necessario occuparsi dei contributi sociali (ipm, Ipress, Css), per risolvere alcuni ritardi di pagamento legati a tali contributi. Tutto questo è ben dettagliato nel documento di consegna del servizio. È bastato effettuare un semplice bonifico per sostenere le eccedenze prima di riadeguare, in una futura legge finanziaria, lo stanziamento annuale.
– 5.400 miliardi di spesa sottoscritta con convenzione diretta dal 2019 al 2024

Sulla base di un budget ministeriale di 8 miliardi all’anno, ci vorrebbero 675 anni per poter sostenere tali spese se in più il Ministero dovesse eseguire solo queste spese. Per questo pensiamo che il ministro abbia sbagliato discorso, soprattutto perché parla di accordi diretti come se fossero mercati.

– Verifica in corso
Apprendiamo che è in corso una verifica e che verranno mantenuti quelli necessari al servizio del Ministero. Siamo tanto più preoccupati che nel dipartimento e nelle strutture annesse siano state effettuate alcune assunzioni Pastef e soprattutto, da diversi mesi, non abbiamo risorse pur essendo padri e madri di famiglia e non abbiamo che queste risorse per sostenerli, eppure avevamo partecipato alla riscossione dei proventi minerari.

Come tutti possono vedere, le nostre assunzioni non soffrono di alcuna irregolarità. I nostri contratti sono debitamente firmati tra il nostro datore di lavoro come raccomandato dalla legge e dal codice del lavoro. Siamo regolati da un contratto collettivo.

Il consulente tecnico ha accusato pubblicamente l’ispettorato del lavoro di aver violato la legge registrando e prendendo di mira i contratti dei 254 agenti rimasti al ministero. La stipula di tali contratti all’interno dello Stato, da parte dell’Ispettorato del Lavoro, non è obbligatoria. Se fosse necessaria la firma del ministro nessun contratto sarebbe legale e lo sa bene il consulente tecnico intervenuto in televisione.

Chiediamo solo di lavorare e che i nostri diritti siano rispettati e riteniamo che questo non costituisca reato e che nessuno abbia il diritto di diffamarci. Vogliamo solo lavorare, nutrire e sostenere le nostre famiglie.

Dakar, 6 ottobre 2024

Il Collettivo degli Agenti in cessazione delle attività del Ministero dell’Energia, del Petrolio e delle Miniere.

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