Tre giorni dopo il massiccio attacco missilistico sferrato nella notte dell’1È il 2 ottobre contro il suo nemico numero uno, Israele, la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha difeso un’operazione “legale e legittimo”, durante un discorso tenuto davanti a una grande folla riunita in una grande moschea di Teheran venerdì 4 ottobre, durante una cerimonia organizzata in memoria di Hassan Nasrallah, l’ex leader degli Hezbollah libanesi morto in un bombardamento israeliano, a Beirut, settembre 27. “Non ritardiamo e non abbiamo fretta di assumerci la responsabilitàsostenne, durante la sua predicazione, la massima autorità politica e religiosa del Paese. Ciò che è logico, ragionevole e corretto secondo l’opinione dei decisori politici e militari [du pays] sarà fatto nei tempi previsti ed in futuro, se necessario, sarà ripetuto. »
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L’ultima volta che Khamenei ha guidato la preghiera del venerdì è stato nel gennaio 2020, circa dieci giorni dopo la morte di Ghassem Soleimani, ex capo delle operazioni esterne delle Guardie rivoluzionarie (l’esercito ideologico del paese), ucciso da un drone americano in Iraq. Queste nuove dichiarazioni della Guida fanno eco alle minacce di altri alti funzionari iraniani che, negli ultimi giorni, hanno minacciato Israele“Attacchi più gravi” nel caso in cui decida di vendicarsi.
“Il nemico della nazione iraniana è il nemico delle nazioni palestinese, libanese, irachena, egiziana, siriana e yemenita. L’attacco contro Israele, da parte di chiunque o di qualsiasi gruppo, è utile all’intera regione e anche a tutta l’umanità”.ha aggiunto Ali Khamenei, che ha cercato di minimizzare le conseguenze dell’assassinio del leader di Hezbollah: “La resistenza nella regione non si ritirerà nonostante i martiri e otterrà la vittoria. »
Gesto di sfida
Parlando in parte in arabo, Ali Khamenei ha tentato di riaffermare la sua posizione di leader del “l’asse della resistenza” − riunendo gruppi alleati dell’Iran −, assicurando al tempo stesso il proprio sostegno ai membri di questa alleanza. “Il suo discorso, una dimostrazione di forza, era rivolto soprattutto agli alleati dell’Iran sul tema: “Guarda quanta gente c’è dietro di te e di noi!”spiega l’analista politico iraniano Mohammad Javad Akbareyn, che vive in Francia. Parlando alla presenza del Presidente del Parlamento e del Capo della Giustizia, ha voluto anche dimostrare la situazione della sicurezza [en Iran] era al sicuro, nonostante le preoccupazioni [quant à une éventuelle menace d’assassinat par Israël]. Ma il tono era piuttosto difensivo: “Se ti fermi adesso, non andremo oltre”. »
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