DayFR Italian

Petrolio: una settimana esplosiva!

-

Par Jean-Baptiste André


Pubblicato il 04/10/2024 alle 10:43

Il Brent guadagna oltre l’8%…






Credito fotografico © iStock

(Boursier.com) — Questa mattina i prezzi del petrolio sono tornati a salire, sostenuti ancora dall’escalation del conflitto in Medio Oriente. Il barile di Brent del Mare del Nord (con scadenza a dicembre) è salito dello 0,8% a 78,2 dollari a Londra il giorno dopo un balzo del 5%, il più grande incremento giornaliero in quasi un anno. Nel corso della settimana, il barile sta attualmente mostrando un guadagno di oltre l’8,5%, il più grande aumento settimanale dall’inizio dello scorso anno.

Joe Biden ha indicato giovedì che le infrastrutture petrolifere iraniane potrebbero essere un obiettivo come parte della risposta degli Stati Uniti e di Israele all’attacco di martedì a Teheran. Un funzionario americano ha detto più tardi nel corso della giornata che l’amministrazione era ancora in trattative con Israele e riteneva che non fosse stata ancora presa alcuna decisione. Nel 2019, l’Iran ha risposto agli attacchi alle sue infrastrutture petrolifere prendendo di mira quella dell’Arabia Saudita.

Ci sono “timori che Israele stia prendendo di mira le capacità di produzione petrolifera dell’Iran, per colpire l’Iran dove fa male, cioè nelle sue tasche”, ha detto a Bloomberg Asia alla Mizuho Bank di Singapore Vishnu Varathan, capo della strategia per l’Iran. Anche se i prezzi sono saliti alle stelle, il prezzo del petrolio probabilmente non è ancora pienamente compreso in una guerra totale, ha aggiunto. L’Iran ha lanciato una salva di missili contro Israele all’inizio di questa settimana, dopo che Israele ha intensificato la sua offensiva contro Hezbollah sostenuto da Teheran, compreso l’invio di truppe nel sud del Libano.

Il Medio Oriente rappresenta circa un terzo delle forniture globali di greggio, ricorda l’agenzia. L’Iran ha pompato circa 3,3 milioni di barili di greggio al giorno negli ultimi mesi, diventando così il terzo produttore più grande dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio. Citi stima che un grave attacco israeliano alle infrastrutture iraniane potrebbe rimuovere dal mercato 1,5 milioni di barili di fornitura giornaliera. Se Israele colpisse infrastrutture minori, potrebbero andare perduti dai 300.000 ai 450.000 barili.

Tuttavia, alcuni specialisti sono più scettici riguardo a un simile risultato. Secondo ANZ Group, un attacco israeliano agli impianti petroliferi iraniani è l’opzione “meno probabile”. Una mossa del genere sconvolgerebbe i partner di Israele, compresi gli Stati Uniti, e potrebbe anche comportare una risposta più dura da parte di Teheran. Inoltre, l’OPEC dispone di sufficiente capacità inutilizzata per compensare un’eventuale perdita totale delle forniture iraniane.


©2024 Boursier.com




Related News :