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Monsieur Hire – Patrice Leconte

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Riprendere : Il signor Hire vive da anni nello stesso appartamento, né povero né ricco. Aspetta. Alice, che alloggia in uno studio dall’altra parte della strada, si rende improvvisamente conto che lui la osserva da mesi. Lui sa tutto di lei e si innamora di lei, mentre Alice è innamorata di Émile e pronta a tutto per proteggerlo.

Critica: Prodotto da Philippe Carcassonne e René Cleitman, Signor Hire è stato selezionato nel concorso ufficiale di Cannes 1989 Questa è la seconda versione cinematografica del Impegno di Monsieur Hire di Georges Simenon. Il romanzo era già stato (brillantemente) portato sullo schermo con Panico (1947) di Julien Duvivier, scritto da Charles Spaak e interpretato da Michel Simon, Viviane Romance e Paul Bernard. Più di quarant’anni dopo questo fiore all’occhiello dell’oscurità del dopoguerra, Patrice Leconte si è confrontato a sua volta con il materiale letterario originale, con l’aiuto del suo co-sceneggiatore Patrick Dewolf. Il risultato è altrettanto sorprendente, soprattutto perché Leconte è stato finora conosciuto soprattutto per le commedie popolari, nonostante il tono drammatico avviato in Tandem (1987). Signor Hire appare in retrospettiva come il suo più grande successo, con Ridicolo (1996). La storia segue la trama di Simenon (e del film di Duvivier). Monsieur Hire (Michel Blanc) è quindi questo misantropo antipatico che suscita odio nel suo palazzo e nel suo quartiere, ed è sospettato dell’omicidio di una giovane donna. Perseguitato da un cinico ispettore (André Wilms), Hire trascorre i suoi giorni e le sue serate spiando la sua vicina Alice (Sandrine Bonnaire), il cui fidanzato Émile (Luc Thuillier), che potrebbe essere lui stesso collegato all’omicidio in questione.

Leconte dipinge il ritratto sorprendente di un essere ai margini tentato dall’amore dell’ultima possibilità, ma difficilmente ingannato dalle sue illusioni, la sua intelligenza è pari solo a quella di Alice, manipolatrice ma forse provante una vera compassione o addirittura attrazione per questo strano vicino. Emblematico di una nuova “qualità francese” post-New Wave, Signor Hire è un lungometraggio davvero accattivante, che oscilla tra un tono sobrio e un lirismo vertiginoso, amplificato dalla colonna sonora di Michael Nyman, tratta dal Quartetto per pianoforte e archi numero 1 di Brahms. Allo stesso tempo, Leconte rivisita i riferimenti alla settima arte: il voyeurismo di Hire riecheggia quello di James Stewart in Lunotto posteriore e Anthony Perkins Psicosimentre annuncia quello di un Michel Serrault in Escursione mortale. Il film è pieno di sequenze memorabili, come le confidenze di Hire in un hammam che scopriamo essere un bordello, passaggio che ci permette di confermare la reale fragilità del personaggio. E ovviamente, il lavoro deve molto a Michel Blanc, la cui carriera aveva preso una svolta Abiti da sera : uno spettrale Michel Blanc, inquietante e patetico allo stesso tempo, ormai lontano dall’immagine che era stata sua da allora Quelli abbronzati O È tornato il nome di mia moglie. Nominato al César del miglior attore, è stato battuto da Philippe Noiret La vita e nient’altro. Ma il film, che vinse anche il Premio Méliès nel 1989, vinse il César per il miglior sonoro, assegnato a Dominique Hennequin e Pierre Lenoir. Ha continuato Patrice Leconte Il marito della parrucchiera (1990), con Jean Rochefort.

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