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a Gaza, MSF chiede aiuti umanitari “per far fronte all’emergenza”

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Medici Senza Frontiere denuncia la mancanza di aiuti umanitari a Gaza, che arrivano “a un ritmo davvero insufficiente”.

È “assolutamente” necessario che gli aiuti umanitari arrivino a Gaza dove “la vita non è più possibile”, e in quantità e con un ritmo “adeguato all’emergenza”, ha affermato venerdì 4 ottobre il presidente di Medici senza Frontiere Francia.

Dall’inizio della guerra scatenata dopo l’attacco mortale di Hamas al territorio israeliano il 7 ottobre 2023, e che non ha visto tregua, “abbiamo detto e ripetuto che la Striscia di Gaza era diventata inabitabile, ma è diventata invivibile”, ha dichiarato da Parigi Isabelle Defourny, appena tornata da una missione a Gaza nella cosiddetta zona umanitaria di Al-Mawassi (sud).

Oltre “due milioni di persone quasi fuori, sotto pezzi di plastica, in riva al mare: con l’arrivo del freddo le cose andranno molto male”, teme il medico secondo il quale gli aiuti consegnati “non sono affatto commisurati alla gravità della situazione.”

“Solo rovine”

A parte gli attacchi regolari, il livello “enorme” di distruzione rappresenta un ostacolo significativo. “Durante il viaggio di un’ora tra il valico di Kerem Shalom e la città di Deir el Balah, sulla strada Salaheddine che era una via commerciale estremamente trafficata, tutto ciò che vedi sono rovine”.

MSF ritiene “fondamentale che finisca il blocco di Gaza e che il valico di Rafah venga riaperto, in conformità con la sentenza dell’ICJ (Corte internazionale di giustizia, ndr) del maggio 2024, per consentire l’ingresso di aiuti umanitari e beni essenziali beni, nonché per facilitare la dimissione dei pazienti bisognosi di cure.

Gli aiuti arrivano “continuamente” a Gaza, ha detto lunedì su X il Cogat (organo del Ministero della Difesa israeliano), secondo cui “più di un milione di tonnellate di aiuti sono entrati a Gaza dall’inizio della guerra, di cui il 70% erano cibo .”

Gli aiuti arrivano “a un ritmo davvero insufficiente”

Il materiale arriva ma “a un ritmo davvero insufficiente” e gli sfollati che vivono in “rifugi antigenici” sono “più vulnerabili a diverse patologie”, indica il medico.

Prende come esempio uno dei due ospedali da campo aperti da MSF che dispone di 120 posti letto ma di cui “solo 20 sono operativi”, perché l’équipe “sta ancora aspettando l’ordine chirurgico ad aprile”.

“Enorme” è anche il numero di oggetti soggetti ad autorizzazione speciale perché potrebbero essere considerati attrezzature militari: si va dalle forbici per tagliare le bende, ai tavoli da visita, perché hanno le gambe di metallo, fino alle lame dei bisturi.

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