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Dollaro vicino al massimo di sei settimane con forte rialzo settimanale Da Investing.com

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Il dollaro americano mantiene oggi la sua posizione vicino al massimo di sei settimane, sulla buona strada per il suo più grande rialzo settimanale da aprile, spinto da un aumento della domanda di beni rifugio in un contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente.

Gli osservatori del mercato stanno osservando da vicino i prossimi dati sui salari non agricoli degli Stati Uniti, previsti per il rilascio più tardi oggi, che dovrebbero influenzare le decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve.

I dati recenti hanno mostrato un aumento delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione la scorsa settimana, ma il quadro generale per il mercato del lavoro statunitense rimane solido alla fine del terzo trimestre. Gli economisti prevedono 140.000 nuovi posti di lavoro per settembre, con un tasso di disoccupazione che dovrebbe rimanere al 4,2%.

Prashant Newnaha, senior strategist dei tassi Asia-Pacifico presso TD Securities, rimane ottimista riguardo all’economia statunitense, affermando: “Ci sono poche prove che suggeriscano che un atterraggio duro degli Stati Uniti sia all’orizzonte”. Newnaha prevede che i dati sull’occupazione potrebbero superare le aspettative, spingendo potenzialmente al rialzo i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi.

L’indice del dollaro, che misura un paniere delle sei principali valute, si attesta a 101,92, non lontano dal picco di giovedì di 102,09. Nel corso della settimana, l’indice è aumentato dell’1,5%. L’euro rimane invariato a 1,1034 dollari, dopo aver perso l’1,18% questa settimana, mentre la sterlina si riprende dal calo dell’1% di giovedì in seguito ai commenti del governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey. Oggi, la sterlina viene scambiata a 1,3131 dollari, vicino al minimo di tre settimane di 1,3093 dollari osservato giovedì.

L’attesa per il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti si inserisce in un contesto di miglioramento del panorama economico statunitense e di una posizione più ferma da parte del presidente della Fed Jerome Powell, che ha recentemente mitigato le aspettative di sostanziali tagli dei tassi di interesse a novembre. Secondo lo strumento FedWatch del CME, le aspettative del mercato per un taglio dei tassi della Fed di 50 punti base il prossimo mese sono scese al 33% dal 49% della scorsa settimana.

Kieran Williams, responsabile del settore FX asiatico presso InTouch Capital Markets, suggerisce che i robusti risultati sull’occupazione di settembre potrebbero essere interpretati come accomodanti, spingendo potenzialmente alcuni funzionari della Fed a prendere in considerazione un taglio del tasso di 50 punti base a novembre. Williams rileva inoltre che il dollaro dovrà affrontare dati più critici il prossimo mese, compreso un altro rapporto sull’occupazione poco prima della riunione della Fed di novembre.

Questa settimana, l’attenzione degli investitori si è concentrata sull’escalation delle tensioni in Medio Oriente, che ha causato un aumento dei prezzi del petrolio e un calo delle valute sensibili al rischio. Il dollaro australiano era leggermente in rialzo a 0,6850$ all’inizio della sessione, ma si sta dirigendo verso una perdita settimanale dello 0,8%, segnando il suo primo calo in quattro settimane. Il dollaro neozelandese è relativamente stabile a 0,62135$, ma è sceso del 2% durante la settimana.

In Giappone, i policymaker hanno segnalato che non vi è alcuna urgenza di aumentare i tassi di interesse, una posizione rafforzata dai commenti accomodanti dei leader politici. Lo yen è caduto del 3% questa settimana, il calo settimanale più grande da novembre 2016, e ha toccato un minimo di 147,25 per dollaro, il livello più debole dal 20 agosto. Oggi, lo yen ha visto un leggero miglioramento, scambiando in rialzo dello 0,2% a 146,63.

Reuters ha contribuito a questo articolo.

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