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Scomparsa di Michel Blanc. | Elisio

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Per generazioni di francesi è stato Jean-Claude Dusse, un “Bronzé” bloccato su una funivia, l’immagine della solitudine, della goffaggine, della nostra malinconia. Michel Blanc aveva interpretato i suoi primi ruoli leggendari al fianco della troupe Splendid, per poi comporre personaggi più tormentati, agghiaccianti o codardi, sconfitti dalle loro fragilità. La sua morte, venerdì 4 ottobre, è quella di un grande attore del cinema popolare che ha osato prestare il suo talento all’esplorazione, luminosa o oscura, comica o tragica, delle nostre onde nell’anima.

Bambino originario di una periferia operaia, Michel Blanc è nato il 16 aprile 1952 a Courbevoie, ed è cresciuto a Puteaux, allevato da un padre impiegato nei servizi doganali e da una madre dattilografa. Michel Blanc ha trascorso la sua infanzia con la sua famiglia, i suoi nonni, sua zia, dipendente della Thomson-CSF che, grazie a un giradischi stereo, ha risvegliato suo nipote alla gioia della musica classica e gli ha così trasmesso il potere dell’arte di cambiare la vita . Buono studente, Michel Blanc è iscritto al liceo Pasteur di Neuilly. Il resto appartiene alla grande storia della commedia francese: a tredici anni è amico di Gérard JUGNOT, Christian CLAVIER, Marie-Anne CHAZEL. Dopo un primo tentativo con i “Précieuses ridicules” al college, che gli rivelò la forza del teatro, Michel Blanc continuò, in gruppo, questo percorso della commedia, dove trovò le molle per superare la sua timidezza e il suo disagio di adolescente. . Travolto dall’avventura nascente dello Splendid e dai caffè-teatro, Michel Blanc inventò per una delle prime commedie del gruppo, “Amours, coquillages et crostaceans”, il personaggio di un seduttore fallito, ispirato ai film di Woody ALLEN , un “Bronzé” dalla silhouette stretta, ipocondriaco e disarmante, irresistibile nella sua goffaggine e toccante nelle sue illusioni infrante. Lo spettacolo venne adattato per il cinema nel 1978, poi ampliato l’anno successivo con un seguito per gli sport invernali: ad ogni episodio, milioni di spettatori adottarono questo attore dalle battute entrate nell’immaginario collettivo.

Se poi ha continuato nella commedia, con Patrice LECONTE con “Vieni a casa mia, vivo con un amico” nel 1981 o “Mia moglie si chiama torna”, senza dimenticare “Papy fait de la Resistance” al fianco di Splendid nel 1983, firma anche il suo primo film da regista, “Marche à l’ombre” nel 1984. Il successo di pubblico della commedia gli permette poi di tracciare una strada più indipendente e di cimentarsi in ruoli più inaspettati. Duettando con Gérard DEPARDIEU in “Evening Tenue”, Michel Blanc ha composto un personaggio tormentato dalla preoccupazione e spinto in una scappatella insensata che gli è valsa il premio al Festival di Cannes. Poi, in “Monsieur Hire”, si è prestato per incarnare con Sandrine BONNAIRE una trama di Georges Simenon. Grazie a questo film, Michel Blanc ha dimostrato al pubblico e alla critica il suo immenso talento nel comporre uomini grigi, tormentati da una crepa indecidibile. Riprendendo la strada del palcoscenico, cimentandosi nuovamente con Bertrand BLIER in “Merci la vie”, o con Peter GREENAWAY in “Toxic Affair” con Isabelle ADJANI nel 1991, Michel Blanc ha diretto nel 1994 “Gross Fatigue”, una commedia feroce fatta di incomprensioni e minacce. assurdità, dove ancora una volta si trovava sul confine tra risata e follia.

Attore popolare, Michel Blanc è apparso anche in televisione, dove è diventato il commissario a capo delle indagini sull’“Affare Dominici” al fianco di Michel Serrault. Ha girato con André TECHINÉ in “Les Témoins” sulla comparsa dell’AIDS, poi “La fille du RER”, dove ogni volta la sua umanità era travolgente. Infine, ha vinto un César per il suo ruolo di capo di gabinetto del ministro dei Trasporti, immagine di lealtà e dedizione, in “Exercice de l’Etat” nel 2011. Il suo ultimo film da regista, “See how we dance”, nel 2018, prosegue il successo di “Bacia chi vuoi” nel 2002.

Se per tutta la vita interpretasse uomini che non si amavano, Michel Blanc potrebbe contare sull’amore del pubblico per cinquant’anni. Nel momento in cui milioni di francesi si chiedono “quando ci rivedremo”, in televisione, ritrasmettendo i suoi successi, il Presidente della Repubblica e sua moglie salutano la memoria di un attore, di un regista, di un autore che è riuscito a rendere la vita più umana, più divertente, più sensibile. Mandano le loro più sentite condoglianze alla sua famiglia, ai suoi cari, ai suoi compagni di “Splendid”, ai suoi partner cinematografici e ai milioni di spettatori che lo amavano.

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