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Folie à deux è un film migliore del precedente (ma non era difficile)

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Film di prova senza suspense sull’esito, commedia musicale che alza la testa solo in un atto di diversione (dalla realtà e dai suoi mostri in divisa), Joker: Folie a due riesce con eleganza e malizia a sfuggire a ciò che avrebbe potuto essere, vale a dire una catastrofe, una cosa grande e appariscente. Tutt’altro che una superproduzione festosa, che celebra il bizzarro e la stravaganza, è in realtà un film deprimente, color nero carbone, ripiegato su se stesso, guidato da un personaggio che non ha più cuore di ridere e deve continuare lo spettacolo, costi quel che costi, dovunque vada, dovunque ci si aspetti che lo veda muoversi vestito così.

Un film lamentoso, deludente per chi spera di riscoprire il macabro lirismo del precedente (il premio di consolazione sarà la colonna sonora sempre travolgente di Hildur Guðnadóttir), che strappa lentamente le ali da idolo del suo protagonista principale per trasformarlo in una bestia da luna park. D’ora in poi Arthur Fleck, schiacciato dalle guardie di Arkham o deriso dall’opinione pubblica (gli è stato dedicato un film per la televisione ma gli è vietato vederlo), paga fisicamente il prezzo delle sue bizzarrie. Ogni scena musicale si conclude con un muro preso in faccia o un pugno nello stomaco, come a ricordargli che è solo un burattino che prende fuoco al servizio di una causa che non sembra comprendere. non conosco i dettagli, o i volti che dovrebbe rappresentare.

La storia potrebbe trasformarsi in un semplice sfogo contro il suo eroe, con un Joaquin Phoenix più emaciato che mai ad amplificarne la carica spettacolare, ma anche lì si sfugge. Non limitandosi a chiarire moralmente la natura del suo personaggio, imprevedibile, violento ed erotomane (un po’ come il fratello gemello di Freddie Quell che Joaquin Phoenix interpretava in Il Maestro di Paul Thomas Anderson), Joker: Folie a due sembra spingersi a riflettere sul significato che attribuiamo agli idoli, e più in generale alle immagini della finzione, su come queste vengano deviate dagli individui e dalle loro cause maligne, il secondo dopo che sono state stampate. Sognando di essere un piantagrane in lotta contro l’ordine costituito, Arthur Fleck/Joker scoprirà nel corso dei suoi vagabondaggi di essere, agli occhi degli altri, molte altre cose e non sempre quello che vorrebbe essere.

Estenuante ma impegnativo dall’inizio alla fine, questo Joker: Folie a due fa quello che oggi pochi blockbuster sequel si permettono di fare, pensare e ricostruire il mondo che loro stessi avevano immaginato, offrire allo spettatore più che un concetto allettante di cui riappropriarsi ma un vero e proprio terreno di riflessione e immagini che macerano e prolungano la loro travagliata emozione. Un film che non prende il pubblico per compiacere un gruppo di bambini, ma che immerge la loro testa nel cinico e nel patetico, mostrando loro ciò che nessuno osa più mostrargli, che perfino gli eroi del cinema a volte lamentano nelle cabine telefoniche, pregando che non saranno mai lasciati soli di fronte a sedie vuote e schermi neri.

Joker: Folie a dueun film diretto da Todd Phillips, con Joaquin Phoenix, Lady Gaga, Brendan Gleeson e Catherine Keener, 2h19. Da scoprire dal 2 ottobre al cinema. Vietato ai bambini sotto i 12 anni.

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