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rinviata a luglio 2025 la rivalutazione delle pensioni di base

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Il governo sta distillando, giorno dopo giorno, gli elementi della cura di austerità che si sta preparando. Ha appena annunciato il rinvio all’1È Luglio dell’indicizzazione delle pensioni di base.

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Cosa ha annunciato il governo?

Un rinvio della rivalutazione annuale delle pensioni di base (escluse le pensioni integrative). Normalmente le pensioni di base vengono ricalcolate ogni anno il 1È Gennaio, a seconda dell’inflazione. Lo sarà «l’1È Luglio 2025”, Lo rende noto il Ministero dell’Economia. Sono 17 milioni i pensionati interessati, beneficiari del regime generale o di altri regimi, come quello della Funzione Pubblica.

Quali conseguenze?

La rivalutazione a 1È Luglio 2025 non lo sarà “non retroattivo”, indica Bercy. In altre parole, la perdita di potere d’acquisto, nel corso dei mesi da gennaio a giugno 2025, non verrebbe recuperata a luglio. E la rivalutazione stessa sarebbe inferiore.

Perché una rivalutazione potenzialmente inferiore?

Per capirlo bisogna ricordare come viene calcolato l’aumento della pensione di base. Si basa sull’inflazione media di un anno, osservata due mesi prima della rivalutazione. Per l’indicizzazione inizialmente prevista per gennaio 2025, il mese di riferimento sarebbe stato quindi ottobre 2024. E la rivalutazione avrebbe potuto essere “circa il 2,3% o il 2,4%”, aveva calcolato il CFDT per i pensionati. Con il rinvio il mese di riferimento non sarebbe più ottobre 2024 ma maggio 2025. Attualmente però l’inflazione sta rallentando. Se questa tendenza continuasse, il calcolo non darebbe il 2,3%, ma molto meno. Interrogato, Bercy evoca una rivalutazione a luglio “a priori dell’1,8%”.

Perché questa misura?

Fa parte del vasto piano di risparmio previsto dal governo nel bilancio 2025, per arginare la deriva dei conti. Per ridurre il deficit al 5% del prodotto interno lordo lo Stato deve ora trovare una soluzione “sessanta miliardi”. Questa nuova stima tiene conto del fatto che senza nuove misure il deficit sarebbe stato pari “superiore al 6%”.

Dove trovare questi sessanta miliardi?

Lo Stato conta innanzitutto su quaranta miliardi di tagli alla spesa (venti per lo Stato, tredici per la Previdenza sociale, sette miliardi per gli enti locali). Vuole anche aumentare i ricavi di venti miliardi. Tra le tracce, per un importo di 1,5 miliardi, ci sono “prestazioni in natura per i veicoli termici, sanzione per i veicoli molto inquinanti ed elementi sulla tassazione dei trasporti particolarmente inquinanti”. Bercy non ha precisato il risparmio atteso derivante dal rinvio dell’indicizzazione delle pensioni.

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