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Folie à Deux… Sacra follia o sacra follia? – Opinioni protestanti

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Joker: Folie a Deux si distingue per il suo approccio musicale audace, con Joaquin Phoenix e Lady Gaga che riprendono i ruoli di Arthur Fleck e Harley Quinn. Lo scenario immerge lo spettatore ancora una volta nell’universo torturato di Gotham, mescolando dramma psicologico e commedia musicale, ed esplora territori complessi, al crocevia tra psicologia, emozioni crude, ma anche spiritualità, in una forma inaspettata e simbolica.

Nel 1983, due anni dopo i suoi crimini come Joker, Arthur Fleck è ora internato all’ospedale psichiatrico Arkham di Gotham City, diviso tra le sue due identità, in attesa del processo. Harleen Quinzel (alias Harley Quinn), anche lei presente nello stabilimento, scopre di essere affascinato da lui. I due poi si avvicinano nella loro follia condivisa attraverso la musica mentre i sostenitori di Fleck lanciano un movimento per farlo rilasciare.

Joaquin Phoenix ritorna nel ruolo di Arthur Fleck, questo personaggio così profondamente distrutto. Questa volta condivide lo schermo con Lady Gaga, che interpreta Harley Quinn, offrendo una versione musicale e folle della loro relazione distruttiva. Questo film, molto più di un semplice sequel, si avventura in un territorio cinematografico e tematico senza precedenti, flirtando con i confini della follia, del delirio e, forse, della spiritualità.

Benvenuti nel caos mentale

Uno dei principali successi di questo secondo capitolo è il modo in cui descrive la psiche fratturata dei suoi personaggi. Dopo aver esplorato il declino di Arthur Fleck, Todd Phillips approfondisce questa caduta raddoppiandola con quella di Quinn, confondendo allegramente i punti di riferimento che lo spettatore avrebbe potuto formare. La scelta di incorporare elementi di commedia musicale è probabilmente la scommessa più rischiosa del film. Questi momenti musicali, che a volte assumono l’aspetto di fantasie, riflettono lo stato mentale delirante dei protagonisti. Questa immersione nel territorio della follia è affascinante ma anche, a volte, scomoda, perché il film è volutamente destabilizzante, come i suoi personaggi.

Follia e trascendenza: un’esplorazione spirituale

Un’altra cosa interessante di questo film è il suo potenziale di riflessione spirituale. Se il primo Burlone raffigurava la caduta di un uomo isolato in una società disumanizzante, Folie a Deux si concentra sull’idea della trascendenza attraverso la follia. Il rapporto tra Arthur e Harley, che va ben oltre la semplice dinamica di dominio e sottomissione, può essere interpretato come una sorprendente (o esplosiva) “comunione spirituale”. Insieme, sembrano accedere a una forma di estasi, ma un’estasi perversa, uno stato di grazia invertito dove dolore e caos diventano le loro forme di illuminazione. La scelta di integrare sequenze musicali amplifica questa idea. Questi momenti musicali, che talvolta assumono l’aspetto di deliri o fantasie, possono essere visti come rituali simbolici. Arthur e Harley, nella loro comune follia, fuggono dalla realtà, alla ricerca di qualcosa di più grande, di un significato alla loro sofferenza. Queste scene assomigliano a momenti di elevazione spirituale, dove la musica e la danza diventano vettori di trascendenza. La loro follia, benché autodistruttiva, li spinge a toccare una sorta di divinità oscura: quella che risiede nel totale rifiuto della ragione e delle norme sociali. In un mondo che non offre loro né comprensione né redenzione, creano il proprio universo, dove possono essere accettati così come sono. Ma questo universo è anche un inferno autodistruttivo, e il film non smette di ricordarci che la follia può essere una prigione senza via d’uscita.

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La follia come ricerca spirituale

Una delle grandi domande che il film solleva è quindi quella sulla natura della ricerca spirituale. Joker: Folie a Deux presenta la follia non solo come malattia mentale, ma anche come ricerca deviata di senso e di assoluto. Arthur e Harley, a modo loro, cercano di trascendere la banalità della vita e la sofferenza quotidiana. Si rifiutano di conformarsi alla normalità, scegliendo un’altra strada, quella del caos, che sembra loro più autentica, più liberatoria. Anche in questo caso, questa idea si unisce ad alcune visioni mistiche dove la sofferenza e la rottura con la realtà sono viste come passaggi necessari per raggiungere una forma di risveglio spirituale. Questa curiosa idea di follia mistica attraversa la storia della spiritualità: dalle storie di “santi” a molteplici profeti marginali, ci sono molti che hanno raggiunto quella che potremmo descrivere come “illuminazione” attraverso esperienze di dolore estremo o rottura con la società. Qui questa ricerca spirituale è molto presente anche se assume un aspetto fortemente ambiguo. Perché Arthur non raggiunge una forma di saggezza o pace interiore; piuttosto, abbraccia il caos come forma ultima di verità. La follia diventa per lui un modo per riscrivere le regole dell’esistenza, per rifiutare i codici morali imposti dalla società.

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Phoenix et Gaga

Phoenix, fedele a se stesso, continua a interpretare il Joker con incredibile intensità. La sua interpretazione è toccante come nel primo film, ed esplora le conseguenze della sua trasformazione in un iconico criminale. Tuttavia, la novità sta nella sua dinamica con Gaga. L’attrice-cantante, lontana dall’immagine popolare di Harley Quinn Squadra suicidaqui offre una versione più cruda e torturata del personaggio. Riesce a catturare la sua fragilità e follia, portando al contempo la sua firma vocale molto specifica sui palcoscenici musicali. Insieme, Phoenix e Gaga costituiscono quindi i pilastri di questo caotico viaggio spirituale. Phoenix sviluppa il suo personaggio in una forma di antisantità. Il suo Joker assume le sembianze di una figura profetica, ma siamo ovviamente di fronte ad un profeta del disordine e della distruzione. Non cerca la redenzione, ma la realizzazione nella follia più totale, stato in cui sembra sperimentare la vera liberazione. La sua performance, angosciante e magnetica allo stesso tempo, può ricordare quei mistici che si perdono nella trascendenza per meglio “ritrovare se stessi”. E Gaga gli offre uno specchio in cui la sua follia si riflette e si rafforza. Ma al di là della loro relazione tossica, lei incarna la devozione non a una causa nobile, ma a questa visione distorta dell’amore e della follia condivisa. Con la sua intensità emotiva e il suo talento vocale, riesce a dare ad Harley la dimensione di una discepola, pronta a seguire Arthur negli abissi della follia. Potremmo vedere in lei una figura quasi religiosa, che cerca di fondersi con la persona che ama in un estremo sacrificio di sé.

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Con il suo approccio ibrido tra dramma psicologico e commedia musicale, Todd Phillips corre sicuramente notevoli rischi artistici. Se Joaquin Phoenix e Lady Gaga offrono performance eccezionali, la mescolanza di generi potrebbe tuttavia sconcertare alcuni. Nonostante tutto, questo film osa avventurarsi in territori inesplorati e, per questo, merita di essere visto, anche solo per l’audacia che mostra. Un film, quindi, da non perdere, soprattutto per gli amanti del cinema che apprezzano l’originalità e la sperimentazione.

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