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La salute mentale elevata a “grande causa”, mentre il sistema sanitario è sopraffatto

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Il Ministro della Salute, Geneviève Darrieussecq, all’Eliseo, il 23 settembre 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

Ora è confermato: lo ha confermato martedì 1 il primo ministro Michel BarnierÈ ottobre, durante la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea nazionale, per fare della salute mentale la “grande causa” dell’anno 2025. Si era già espresso a favore, il 22 settembre, durante il suo primo intervento televisivo. Apportando un tocco personale a questo impegno: il nuovo inquilino di Matignon aveva sottolineato l’investimento di sua madre, per trentacinque anni, come presidente, in Savoia, dell’Unione nazionale dei familiari e degli amici dei malati di mente . Una struttura destinata alle persone affette da disturbi mentali porta il suo nome, ad Aix-les-Bains: la residenza Denise-Barnier.

Chi segue i dibattiti su questi temi sa che questa preoccupazione per la salute mentale si è già manifestata in numerose occasioni sotto la presidenza di Emmanuel Macron. Con un ultimo appuntamento mancato: un Consiglio nazionale di Rifondazione, promesso dal governo per metà giugno, è stato annullato all’ultimo minuto, dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Anche l’ex primo ministro Gabriel Attal, nel suo discorso di politica generale di gennaio, ha indicato come priorità la salute mentale dei giovani.

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Concretamente cosa cambierà? L’etichetta “grande causa” consente di ottenere la diffusione gratuita di messaggi sulla televisione e sulla radio pubblica. E per puntare i riflettori su un tema – nel 2024, anno olimpico, attività fisica e sportiva, o in passato, uguaglianza di genere, autismo, lotta alla violenza sulle donne, cancro… L’etichettatura è richiesta da mesi da un vasto pubblico collettivo che riunisce una ventina di operatori del settore della salute mentale, della psichiatria e del settore medico-sociale, in rappresentanza di circa tremila organizzazioni.

Un “impatto reale”

“Campagne di sensibilizzazione di questa portata, come potrebbero esserci state nei paesi anglosassoni, hanno un impatto reale, difende Angèle Malâtre-Lansac, delegata generale dell’Alleanza per la salute mentale (una delle organizzazioni del collettivo) ed ex vicedirettrice della sanità dell’Istituto Montaigne. Permettono progressi nell’accesso ai diritti, nella destigmatizzazione o nella lotta contro la discriminazione e possono rappresentare l’inizio di un vero cambiamento nella società. »

“Sono 13 milioni le persone colpite ogni anno da un disturbo mentale, una persona su quattro ne soffre nel corso della vita: questo ci sembra una giustificazione sufficiente affinché un governo affronti di petto la questione”concorda Jean-Philippe Cavroy, delegato generale di Salute Mentale Francia, altro membro chiave del collettivo.

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