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Crisi, inflazione… più di un milione di interventi per bollette energetiche non pagate nel 2023

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l’essenziale
Continua ad aumentare il numero degli interventi per bollette energetiche non pagate. Per la prima volta è stata superata la soglia simbolica del milione.

Questo aprile ha segnato per la prima volta la fine della pausa invernale. I tagli al gas e all’elettricità saranno quindi di nuovo possibili… e probabilmente saranno più numerosi del solito. Secondo i dati del mediatore energetico nazionale, nel 2023 è stata raggiunta la pietra miliare di un milione di interventi per debiti non pagati. Una conseguenza diretta dell’inflazione galoppante e del prezzo dell’energia che dall’inizio della guerra in Ucraina continua a salire.

Così, l’anno scorso, “sono stati realizzati 1.000.908 interventi per fatture non pagate. L’aumento del numero di interventi richiesti dai fornitori a seguito di fatture non pagate è del 3% rispetto all’anno 2022 e addirittura del 49% rispetto al 2019”, rivela il mediatore. Nel dettaglio, sui contatori elettrici sono stati effettuati 913.611 interventi per bollette non pagate, ovvero 178.015 tagli e 735.596 limitazioni di potenza. Per quanto riguarda il gas si sono registrati 87.297 tagli.

Ridurre la potenza prima di spegnere

Se le riduzioni di potenza restano più numerose è perché la maggioranza dei fornitori preferisce ricorrere a limitazioni di potenza piuttosto che a tagli. Nel 2023 si sono registrati 735.596 interventi in questa direzione, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il numero dei tagli gas ed energia elettrica, sono diminuiti del 18% rispetto al 2023 con 265.312 interventi.

Un cambiamento nelle pratiche legato ai cambiamenti nelle normative. Infatti, “da febbraio 2023, al di fuori della pausa invernale e in caso di fatture non pagate, i fornitori hanno l’obbligo di richiedere, per i beneficiari dell’assegno energetico o dell’aiuto del fondo di solidarietà abitativa, una limitazione della potenza elettrica prima dell’interruzione”. interruzione o risoluzione”, ricorda l’autorità pubblica.

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