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Incidente: crolla un’impalcatura sulla strada per Berna

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I deputati del Gran Consiglio hanno riconfezionato la destra nella volontà di riaprire le porte alla ricerca e allo sfruttamento degli idrocarburi sul suolo vodese. Questi erano stati vietati nel 2018. Tuttavia, gli eletti hanno proposto, attraverso una mozione, di autorizzarli “in caso di accertata carenza di energia e gravi rischi di razionamento”.

Secondo il testo presentato dal PLR Marc-Olivier Buffat, nulla suggeriva i rischi di penuria energetica portati dalla guerra in Ucraina, quando la legge fu approvata nel 2018. Rischi “ormai chiaramente dimostrati”: il Cantone e la Svizzera sono “ estremamente dipendente dall’estero” mentre fotovoltaico e idroelettrico non possono garantire l’indipendenza energetica nel breve e medio termine.

Tuttavia, secondo i promotori, il Cantone dispone di una soluzione chiavi in ​​mano. Infatti, le riserve di gas nella regione di Noville e sotto il Lago di Ginevra “potrebbero fornire al nostro Paese gas naturale per 25 anni (o 75 anni per la Svizzera romanda) con entrate fiscali indubbiamente consistenti”, scrivono.

Il sito di Noville sarebbe operativo “già nel 2025”. Inoltre, non richiederebbe “nessuna installazione esterna” e non causerebbe “nessun impatto acustico, visivo o ambientale”.

Affermazioni messe in discussione

La sinistra in Aula, sostenuta dai Verdi liberali, ha però ignorato queste argomentazioni. Secondo il relatore di maggioranza Sébastien Humbert (Vert’lib), i mezzi di Noville potrebbero coprire al massimo il 10% del consumo vodese nel primo anno di attività, poi solo il 3% dopo cinque anni. Inoltre, non sarebbe possibile avviare l’attività prima di almeno 8-10 anni.

Il relatore ha aggiunto che un simile passo indietro costituirebbe una “rottura” del compromesso “adottato appena 5 anni fa”. Secondo lui sarebbe preferibile investire in “una vera transizione energetica” puntando “sulla ristrutturazione degli edifici e sulle energie rinnovabili”.

“Energia del passato”

Alberto Mocchi, a nome dei Verdi, ha invitato i deputati a “seppellire profondamente” l’idea degli idrocarburi a Noville. “Il futuro è nelle energie rinnovabili”, ha aggiunto. Attraverso la voce di Laurent Balsiger, anche il PS si è espresso a favore del rigetto della mozione. “Non abbiamo più tempo per fare affidamento su un’energia del passato”, ha detto.

Un punto di vista condiviso dall’Ensemble à Gauche-POP, la cui deputata Mathilde Marendaz, ha denunciato un “tentativo mal mascherato” di portare avanti il ​​progetto di sfruttamento degli idrocarburi, una vera e propria “anacronistica fabbrica di gas” votata a “metterci in pericolo”. in contrasto con i nostri obiettivi climatici ed energetici.

“Riserve strategiche”

L’Udc, invece, ha appoggiato la mozione, ritenendo, attraverso la voce di Romain Belotti, che sia finito il tempo di “mettere la testa sotto la sabbia”. “Le riserve di gas vodese costituiscono riserve strategiche che devono poter essere sfruttate, se necessario.”

Grégory Bovay della PLR ritiene che il testo sia “conforme a una certa realtà delle cose” e che sia importante che il cantone “abbia piena conoscenza del suo sottosuolo e delle sue riserve di gas”. Il suo partito ha raccomandato un esame parziale della mozione.

Tuttavia, all’interno del PLR si sono sentite voci discordanti, poiché il capogruppo, Nicolas Suter, ha dichiarato la sua intenzione di astenersi durante la votazione. “Non credo affatto alle trivellazioni di Noville”, ha dichiarato, approfittando di un confronto con i suoi colleghi di sinistra. “Se siamo qui è perché le energie rinnovabili non si muovono abbastanza velocemente. Dovresti realizzare gli ostacoli che stai mettendo sulla tua strada.

Un’altra mozione popolare

“Il combustibile fossile è finito. I vodesi lo hanno affermato nella votazione del 18 giugno 2023, accettando la neutralità carbonica entro il 2050», ha affermato il consigliere di Stato Vassilis Venizelos. Ha descritto il progetto di Noville come un “cuscino della pigrizia” che durerebbe solo pochi anni e che, inoltre, non avrebbe alcun impatto sull’economia locale, a differenza della transizione energetica in cui ogni franco investito ne genera 5 nell’economia locale.

Durante la votazione i deputati hanno convenuto di classificare la mozione con 69 sì, 60 no e 7 astenuti. Hanno invece accolto a larga maggioranza la mozione di Laurent Balsiger che chiede di effettuare “lavori di prospezione supplementari” per conoscere meglio il sottosuolo vodese e inventariarne i “tesori”.

Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonte: ats

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