È libero. Sollevato dall’incarico di ministro degli Interni, Gérald Darmanin ha organizzato, questa domenica, 29 settembre, il suo ritorno politico nella sua roccaforte di Tourcoing (Nord). Se l’anno scorso l’Eliseo e il primo ministro gli avevano rovinato la festa, questa volta è stato lui, da uomo liberato, a prendere la sua strada e ad annunciare il lancio di un nuovo movimento politico: il “Popolare”.
Édouard Philippe, Gabriel Attal, Élisabeth Borne: tre ex primi ministri riuniti per l’occasione. Si dicono su linee diverse, con ambizioni al 2027 per i primi due, ma per un giorno, e forse per il desiderio di incarnare una linea diversa da quella del nuovo governo, i futuri nemici si rincontrano.
Hanno partecipato al viaggio anche alcuni ministri, come Sébastien Lecornu, ministro delle Forze Armate e amico di lunga data, o la vicina di regione Agnès Pannier-Runacher… C’è anche Xavier Bertrand, presidente della regione dell’Hauts-de-France, così come il l’attore Sami Nacéri, più improbabile, che passeggia tra i vicoli del giardino botanico di Tourcoing.
Salsiccia e patatine per tutti
Sono più di 250 gli invitati in totale, tra cui una cinquantina di parlamentari secondo il suo entourage, per condividere un pranzo attorno al protagonista della giornata. Il menù è uguale per tutti: salsiccia e patatine fritte. A Tourcoing manteniamo le cose semplici. Il loro ospite circola tra gli ospiti, salutando rapidamente alcuni, indugiando più a lungo con altri.
Dopo pranzo, tempo per un momento di relax, con una partita a bourle de Tourcoing, una tradizione locale. Il regionale della tappa affronta Gabriel Attal, Agnès Pannier-Runacher, Sabrina Agresti-Roubache… Impassibile, resta concentrato sull’obiettivo e non si lascia distrarre dalle domande dei giornalisti.
Il resto dopo questo annuncio
Il tema al centro di questo ritorno a scuola: le questioni sociali. Gérald Darmanin conta “scrivere la storia sociale del blocco centrale”. Vuole recuperare gli elettori della classe operaia e media partiti per la Manifestazione Nazionale. Lungi dall’essere rassegnato, resta convinto che sia ancora possibile recuperarli. La scelta di questo tema non deve nulla al caso: l’ex LR ha sempre navigato su questo tema, affermando nel suo intervento “Non possiamo lasciare che i bianchi votino per Marine Le Pen e gli arabi votino per Gaza”.
Per il momento non bisogna aspettare l’ex inquilino di Beauvau per questioni di sicurezza o di sovranità. Non si tratta di criticare, almeno a breve termine, le decisioni del suo successore o del governo in carica. Gérald Darmanin è solidale, ma vigile.
Grazie da Filippo
L’uomo di destra convertito al macronismo resta fedele ai fondamentali: il lavoro deve pagare, il welfare non deve premiare più di un lavoro, non bisogna impoverire i ceti medi o le imprese con un aumento delle tasse. Temi cari alla destra, così come al macronismo.
Un po’ in ritardo, l’ex ministro sale sul palco, promette a giornata “non troppo lungo”precisando che le serate sono un po’ fresche per un evento svoltosi all’aperto, nella cornice del giardino botanico di Tourcoing. La fortuna è con lui ed esce il sole quando inizia la prima tavola rotonda.
Parla poi Hervé Marsiglia, capo dei centristi al Senato. D’impulso, paragona Tourcoing a ciò che fu Colombey-les-Deux-Églises per Charles de Gaulle o Chamalières per Valéry-Giscard d’Estaing. Senza dubbio sta andando veloce, ma il 2027 è ovviamente nella mente di tutti. Durante le tavole rotonde vengono sviluppati due temi: la casa e il potere d’acquisto.
Gérald Darmanin tiene compagnia per qualche minuto ai suoi ospiti, dando il benvenuto al suo ex Primo Ministro, Édouard Philippe. I due uomini cercano di farsi strada tra lo sciame di giornalisti, senza rispondere a nessuna domanda. Ridono di cuore quando chiediamo loro chi sarà Primo Ministro dell’altro, o quando un collega cerca di estorcere una risposta: “Chi non si candida al 2027 alzi la mano! ». Risate certamente, ma nessuno ha alzato la mano. Nel corso del suo discorso, il sindaco di Le Havre ringrazierà calorosamente il suo ex ministro per il suo impegno.
Passate “frizioni” con Borne
Élisabeth Borne parla sorridendo, arrivata giusto in tempo. Un comportamento che contrasta con lo scorso anno. L’allora primo ministro era stato inviato all’ultimo momento dall’Eliseo a sorvegliare lo studente Darmanin. Ricordiamo un’atmosfera gelida al suo arrivo, senza dire una parola davanti ai giornalisti per sostenere il suo ministro.
Quel che è peggio, aveva iniziato il suo discorso spiegando che non aveva pensato di trascorrere l’ultimo fine settimana di agosto a Tourcoing e che si sarebbe limitato a brevissimo per consentire agli ospiti di unirsi rapidamente al ricevimento. Lei ironizza su questo, specificando di sì “felice di essere lì” : “la giornata è meno soleggiata rispetto allo scorso anno ma il clima mi sembra più sereno. » Anche Gérald Darmanin ne parlerà «Attriti» durante il suo discorso: “A Tourcoing ci chiediamo perché veniamo lì di domenica, ma ci torniamo ogni anno. » Tutto è possibile in politica…
Nessun contatto con Barnier
Michel Barnier è stato invitato, non ha mai risposto. I contatti tra i due uomini sono inesistenti. Il dialogo invece si nutre con Gabriel Attal, i due deputati si scambiano più volte al giorno. L’ex premier, al suo arrivo, si è detto “felice di essere lì”ma trattenuto da altri impegni, scompare al termine dei discorsi introduttivi.
Gérald Darmanin parla poi alle 16,35. Avverte fin dall’inizio: è uno di quelli che “non hanno di solidarietà con le nostre convinzioni e i nostri elettori”. Sviluppa alcune idee forti. Si intende presupporre non una preferenza nazionale come il Raggruppamento Nazionale, ma una preferenza per i lavoratori, qualunque sia la loro nazionalità, ad esempio per l’accesso agli alloggi o agli aiuti ai trasporti. L’obiettivo è combattere contro “la lotta per i posti” : posto in asilo nido, per alloggio o per Parcoursup.
Suggerisce anche di creare “il pagamento sociale unico al più presto”, condensare quindi tutta l’assistenza sociale in un unico trasferimento e che tale assistenza non possa superare il 75% del salario minimo, per incoraggiare il ritorno al lavoro.
Un’altra proposta: creare un «Svantaggio dell’1%. » modellato sul modello di “1% alloggi” versare “accompagnare tutti senza le difficoltà della vita” L’ex ministro diventa più duro quando dice “che non siamo stati in grado di interrompere gli arresti domiciliari” denunciato dal Presidente della Repubblica. La sua volontà? Usa il tuo tempo libero per “pensare, a volte scuotere le cose, riunire le persone nel modo più ampio possibile”. Il nemico? IL “estremi”, ripetutamente accusato di “demagogia comunitaria”.
Presto un libro?
Liberato dall’incarico e con più tempo libero, il deputato vuole riflettere. Non ha ancora in mano soluzioni chiavi in mano, ma cominciano a emergere idee per proposte legislative, soprattutto per risparmiare denaro, poiché è fuori questione per lui “arrenditi nel modo più semplice” e considerare gli aumenti delle tasse. Sottolinea che non potrebbe sostenere un governo che ha preso questa decisione.
Gérald Darmanin conclude il suo discorso annunciando la creazione “da un nuovo luogo di riflessione”un movimento chiamato “Popolare”, “per ricordarci ogni giorno che cambiano solo le ispirazioni delle persone”, e basato su quattro pilastri: “condivisione, empatia, merito, autorità”. Il prossimo passo? Un libro dovrebbe uscire la prossima primavera. Per quanto riguarda il 2027, per il momento, non fa commenti.
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