“In Iran le ragazze sono pronte a morire per smettere di indossare il velo”
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“In Iran le ragazze sono pronte a morire per smettere di indossare il velo”

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COLLOQUIO – Per questa attivista, incarcerata sette volte, la lotta contro il velo e quella contro il regime dei mullah sono diventate inscindibili dopo la morte di Mahsa Amini, avvenuta due anni fa e che ha scatenato la rivolta in Iran.

A 43 anni, Bahareh Hedayat è una voce chiave della protesta iraniana, una voce che è stata soffocata e repressa molte volte. Arrestata nell'ottobre 2022 durante le proteste seguite alla morte di Mahsa Amini e detenuta nella sezione femminile della prigione di Evin a Teheran, l'attivista iraniana è alla sua settima incarcerazione, una delle quali, nel 2009, è durata sette anni. Approfittando di un congedo eccezionale per motivi di salute, torna esclusivamente a Il Figaro sul movimento Donne, Vita, Libertà e la lotta di tutti gli iraniani, “uniti dalla stessa storia e dallo stesso destino”.

LE FIGARO. – Sono passati due anni dalle grandi manifestazioni seguite alla morte, il 16 settembre 2022, di Mahsa Amini, dopo il suo arresto da parte della polizia morale per un velo inadatto. Se la repressione ha avuto la meglio sulle manifestanti, molte giovani iraniane continuano a sfidare il regime comparendo a capo scoperto in strada. Come spiegare questa insubordinazione…

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