Le tante vittime delle Road Races, le corse più rischiose – News
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Le tante vittime delle Road Races, le corse più rischiose – News

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Le corse su strada, come quella in cui ha perso la vita Luca Salvadori, sono notoriamente tra le forme più pericolose di competizione motoristica. Ecco alcune statistiche per comprendere meglio la portata del fenomeno

15 settembre 2024

IOl'età terribileIncidente razziale accaduto a Luca Salvadori in una delle tappe tedesche del campionato IRRC riportandolo ancora una volta all'attenzione dell'opinione pubblica il pericolo delle corse su stradagare che si svolgono su strade normalmente aperte al traffico e che per queste competizioni vengono chiuse al traffico ma restano comunque strade con marciapiedi, lampioni, muri, possibili irregolarità dell'asfalto e in genere completamente prive di adeguate vie di fuga all'esterno delle curve. In genere, tuttavia, sono tracciati dall'elevata velocità media e questa circostanza aumenta la probabilità che gli incidenti causino danni fisici, più o meno gravi.

In questo articolo non esamineremo i pericoli delle varie Road Races, dal GP di Macao al TT, dalla North West 200 alle gare IRRC, perché questi temi vanno esplorati uno per uno con misura e considerazione: ciascuna di queste razze ha delle peculiarità specifiche che cambiano il livello e il tipo di pericolosità (partenza di gruppo o individuale, visibilità in curva, durata, ma anche livello dei partecipanti, moto ammesse e potremmo continuare), né esprimeremo un giudizio su questo tipo di gara, ricordando però che i rischi insiti nelle corse su strada fanno parte delle motivazioni che spingono anche i top rider a partecipare, come ha dichiarato, tanto per fare un esempio, anche l'uomo più veloce del Tourist Trophy, di Peter Hickman

Le vittime italiane

QQui ci limitiamo a rilevare i numeri relativi alle vittime, numeri che non possono essere precisi in senso assoluto, sia perché alcune di queste gare su strada hanno più di cento anni ed è possibile che qualcosa si sia perso nel tempo e ciò è dovuto al fatto che non è detto che al di là di eventi come quelli nordirlandesi e inglesi, l’IRRC e altre gare su strada più o meno note (dobbiamo includere anche la – non più riservata alle moto – Pikes Peak?), ci siano gare remote che non fanno notizia, così come gli incidenti che possono capitarvi.

Tutto Tourist Trophy, la corsa su strada più importante e prestigiosaquest'anno non si sono verificati incidenti mortali, in netto contrasto con due anni fa quando il conteggio finale fu di sei vittime (di cui quattro in sidecar): in totale il TT nelle sue 103 edizioni ha avuto oltre 150 vittime e, se aggiungiamo quelle del Manx GP che si tiene ad agosto sullo stesso tracciato, il conteggio sale sopra i 260; vale la pena sottolineare che, ad esempio nel 2005, è morto anche un marescialloun'altra categoria che partecipa alla gara su base volontaria ed è spinta dalla passione, non certo dal denaro, per essere presente al TT e molto raramente è successo anche che alcuni spettatori fossero coinvolti innocentemente negli incidenti e purtroppo non è sopravvissuto.

A causa della sua pericolosità, il TT fu bandito dal Campionato del mondo e dal 1977 è sopravvissuto come gara separata. vittime italiane del TT ricordiamo Gilberto Parlotti e Marco Fattorelli. La morte di Parlotti nel 1972 scosse profondamente l'ambiente della MotoGP e lo stesso Agostini (che vinse il TT 10 volte) si batté duramente affinché la Federazione rimuovesse questa gara dal calendario del campionato.


UNil più temibile GP di Macao Bruno Bonhuil ci ha lasciato nel 2005 e nel 2012 è tragicamente scomparso Luis Filipe de Sousa Carreira (nello stesso anno il nostro Stefano Bonetti ha riportato numerose fratture in un incidente sullo stesso circuito di Guya, incidente che gli fece dichiarare di non voler più gareggiare a Macao), qui il circuito è completamente cieco in quasi ogni curva e le barriere a ridosso della pista rendono ogni scivolata molto pericolosa dal punto di vista dei danni fisici.

Tra le vittime illustri delle razze minori non si può non menzionare la il leggendario Joey Dunlop che morì a Tallinn sulla 125 nel 2000, seguito dal fratello Robert (alla North West 200) e dal nipote William alla piccola nota Skerries 100mentre al Pikes Peak nel 2019 è morto a pochi metri dal traguardo Carlin Dunne, morte che seguì quella di Bobby Goodinnel 2014 e che, nel 2015, di Carl SørensenSette le vittime totali alla Pikes Peak in quasi cento edizioni (la gara si tiene dal 1916) ma, come già detto, la “Race to the Clouds” non è più aperta alle motociclette.

Un elenco esaustivo è quindi impossibile, Alcuni stimano che le vittime siano state circa 500 nell'ultimo secolo ma è davvero difficile avere un numero certo data la quantità di gare e la loro collocazione geografica e per il resto siamo certi che per i piloti che le partecipano, e per il pubblico che vi assiste, queste statistiche non cambiano il loro approccio alle Road Races.

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