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Inflazione britannica al 2,2% in un anno, apparentemente non abbastanza per turbare la Banca d’Inghilterra – 18/09/2024 alle 11:58

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L’inflazione britannica si è mantenuta stabile al 2,2% annuo ad agosto, un livello che difficilmente spingerà la Banca d’Inghilterra a tagliare nuovamente i tassi giovedì, hanno affermato gli analisti.

La banca centrale aveva già tagliato i tassi all’inizio di agosto per la prima volta dal 2020, dal 5,25% precedente al 5%, ma aveva affermato di voler continuare con cautela l’allentamento monetario.

La sua nuova decisione sarà nota giovedì a mezzogiorno, il giorno dopo l’attesissima decisione della Fed oltreoceano, che mercoledì sera dovrebbe annunciare un taglio dei tassi per la prima volta dal 2020.

Il 12 settembre la Banca centrale europea ha abbassato i tassi per la seconda volta in tre mesi.

Questa inflazione del 2,2%, rivelata dall’Office for National Statistics (ONS), dovrebbe supportare “le previsioni secondo cui la Banca d’Inghilterra manterrà i suoi tassi”, soprattutto perché l’inflazione di fondo (che esclude i prodotti con i prezzi più volatili) è aumentata al 3,6% in un anno rispetto al 3,3% di luglio, osserva Richard Carter, analista di Quilter Cheviot.

Un punto di vista condiviso da Yael Selfin, economista di KPMG UK, che ha anche affermato di aspettarsi che l’inflazione “continuerà a salire nei prossimi mesi, alimentata indirettamente dall’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia”.

È addirittura “probabile che raggiunga un picco di circa il 3% all’inizio dell’anno”, prima di “tornare al livello obiettivo” alla fine del 2025, aggiunge l’economista.

I dati odierni “non saranno sufficienti a innescare un taglio a sorpresa dei tassi domani”, aggiunge Sanjay Raja, analista della Deutsche Bank, che prevede invece “un ulteriore allentamento della politica restrittiva a novembre”.

In dettaglio, la stabilità dell’inflazione ad agosto nel Regno Unito è spiegata dal fatto che diverse “oscillazioni dei prezzi si sono controbilanciate a vicenda”, secondo Grant Fitzner, economista capo dell’ONS.

“Le tariffe aeree, in particolare verso le destinazioni europee, hanno registrato un forte aumento mensile, dopo un calo nello stesso periodo dell’anno scorso”, ha affermato. “Questo aumento è stato compensato da prezzi più bassi alla pompa e costi più bassi nei ristoranti e negli hotel”.

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