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I volontari non apprezzano vedere i loro abiti venduti a prezzi più bassi – LINFO.re

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Il merchandising delle Olimpiadi di Parigi sarà venduto in tutta la Francia questo autunno. Questo marketing su larga scala ha deluso molto i volontari, che parlano di un senso di “tradimento”.

Il presidente dell’organizzazione di Parigi 2024 ha già menzionato, questi Giochi olimpici hanno potuto realizzarsi grazie al forte coinvolgimento di volontari.

Si sentono “tradito

Erano riconoscibili dai loro abiti offerti dal comitato. Questi 45.000 volontari non ricevono alcuna remunerazione e tuttavia hanno lavorato duramente per tutto il mese di Giochi olimpici e paraolimpici.

In cambio della loro dedizione, volevano un po’ di riconoscimento e poter mantenere il privilegio di indossare le loro uniformi distintive. Ora, questo non sarà il caso, il cittadino medio può acquistarlo e a prezzi scontati. Questa vendita ha innescato un sentimento di frustrazione tra gli volontariSi sentono offesi nel vedere il grande pubblico indossare questi abiti famosi.

Molti volontari da Giochi di Parigi 2024 ha risposto al sondaggio lanciato dal sito di notizie 20minuti.fr. Tutti hanno espresso il loro stupore per l’esistenza di scorte invendute di abiti e di vari gadget. Questa vendita non li rallegra affatto.

Tanto più che, secondo le varie testimonianze riportate da 20minuti.fralcuni hanno perso un oggetto o gli è stato rubato e non sono riusciti a sostituirlo. Due volontari hanno chiesto un altro bob a causa di furto e smarrimento, ma la richiesta è stata respinta dai responsabili.

Dall’orgoglio all’amarezza

IL volontari deplorato “il desiderio di fare soldi“quando un altro esprime il suo sentimento di”tradimento“per”motivi commerciali“Virginie, una delle volontarie, avrebbe voluto che a lei e ai suoi pari fosse data almeno la priorità durante la vendita.”per sostituire o completare semplicemente la nostra gamma di souvenir“.

Questi grandi artigiani del buon funzionamento del Io sono amareggiati, sono stati profondamente colpiti dalla commercializzazione delle uniformi che per loro erano più di un semplice capo di vestiario per i volontari. Erano un segno di appartenenza a una comunità unita.Ero così orgoglioso di poter indossare l’uniforme sapendo che solo i volontari ce l’avevano. Era il nostro modo di riconoscerci a vicenda” sospira uno dei volontari. “Abbiamo dedicato il nostro tempo e il nostro sudore senza altra ricompensa che un pasto al giorno, una tessera per i trasporti e una divisa da volontari. La divisa era il privilegio dei volontari, l’orgoglio dei volontari.“, aggiunge Denis.

Un certo Alain, che non specifica se ha lavorato volontariamente o meno durante il Iosostiene questa decisione del Comitato. Denuncia il comportamento di chi ha trasformato questi abiti, simboli di un impegno altruistico, in un semplice oggetto di speculazione finanziaria. Secondo lui, “molti di loro si sono iscritti solo a questo schifoso business“. Ne sono la prova i prezzi praticati sulle piattaforme di rivendita, molto più alti di quelli proposti durante le vendite ufficiali.

Fonte : 20minuti.fr

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