Notizia o evento sociale? Tentato l’omicidio di Marie-Bélen

Notizia o evento sociale? Tentato l’omicidio di Marie-Bélen
Notizia o evento sociale? Tentato l’omicidio di Marie-Bélen
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Prima di Lola, prima di Philippine e prima di Nicolas, c’era Marie-Bélen Pisano, una giovane franco-argentina di 21 anni, accoltellata nella metropolitana di Marsiglia. A Nizza è in corso il processo d’appello contro il suo presunto assassino.

Per ricordare i fatti: il 17 marzo 2019, intorno alle 21, Marie-Bélen Pisano si è avvicinata alla stazione della metropolitana Timone in Boulevard Sakakini (5a). La giovane, studentessa di antropologia, si appresta a raggiungere i parenti per trascorrere la serata. Sul marciapiede un giovane gli parla. Le telecamere di sorveglianza della città mostrano Marie-Bélen che cerca qualcosa nella sua borsa. Quindi si precipita nella metropolitana tramite le scale mobili. Il giovane la segue e la pugnala perforandole un polmone. Nonostante i rapidi servizi di emergenza, è morta un’ora dopo.

Furto andato storto?

Tre mesi dopo la tragedia, gli investigatori hanno fatto risalire il caso a un giovane di 17 anni. A causa della sua minorità è impossibile dare il suo nome. All’epoca i media lo chiamavano Yanis o Nassim. È un marsigliese del quartiere Belle-de-Mai. All’epoca dei fatti si trovava già sotto controllo giudiziario, a seguito di due condanne. Dopo la scuola, divide il suo tempo tra il vagabondaggio e il traffico di droga.

Secondo diversi testimoni, dopo aver accoltellato Marie-Bélen, le avrebbe rubato il telefono. Nel febbraio 2023 è stato processato davanti alla Corte d’assise di Aix-en-Provence per “furto preceduto da violenza con conseguente morte”. Davanti ai giudici nega categoricamente. Chi non riesce a spiegare la presenza del proprio DNA sul calzino della vittima viene condannato alla pena massima: 20 anni di reclusione penale. La scusa della minoranza è accettata.

Dal canto loro, la famiglia di Marie-Bélen Pisano è mezza soddisfatta. Quelli a lui vicini credono che non si tratti di un furto di cellulare andato storto. Per loro è a “femminicidio”. Durante il processo, la madre della vittima ha dichiarato: «È importante che la gente sappia che non l’ha cercato lei, mi aspetto che questo processo faccia capire che è successo a mia figlia, ma che succede a tante ragazze. » Come dice una delle sue amiche, Marie-Bélen lo era “un’attivista appassionata e una compagna impegnata nelle lotte femministe latinoamericane e francesi”. Davanti ai tribunali, il suo popolo ha portato avanti la sua battaglia.

Femminicidio o atto sociale?

Non vogliono che l’assassinio di Marie-Bélen diventi notizia. Dovrebbe quindi essere solo lo standard della causa delle donne? Marie-Bélen potrebbe essere stata uccisa perché il suo assassino la giudicava più debole di un uomo, ma le ultime notizie mostrano che il genere maschile non protegge nulla. Thomas, Philippe, Nicolas e altri hanno vissuto questa drammatica esperienza.

In pochi anni casi come quello di questo studente si sono moltiplicati. Ovunque sul territorio, giovani e anziani vengono uccisi, violentati, aggrediti… Valérie Boyer, senatrice LR delle Bocche del Rodano, se ne rammarica alla BV: “Altra violenza, ancora l’omicidio di un ragazzo che aveva tutto a suo favore. È insopportabile. Per quanto tempo sopporteremo tutto questo? Bisogna assumere la responsabilità dello Stato. » Alcuni direbbero che era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ci sono tempi e luoghi sicuri rimasti in Francia? Niente è meno certo! Per il senatore ormai è ovunque“C’è un’ansia assoluta tra tutti i francesi, tra tutti i genitori che hanno paura quando i loro figli escono” perché c’è gente per strada che non ha “nessuna consapevolezza dell’alterità”, per chi “l’altro non esiste”.

Ritorna sull’argomento: “Chiedo da anni che questi attacchi con coltelli siano considerati eventi sociali e che vengano studiati. » Ella specifica: “Vorrei che di questi atti si sapesse chi, come, il sesso, l’identità delle persone. Dobbiamo sapere, perché non potremo mai lottare contro questo fenomeno se non sappiamo come avviene, se non sappiamo se le donne vengono attaccate più degli uomini…” Dal 2017 non vengono più raccolte statistiche su questo tipo di aggressioni… Una decisione presa controcorrente. Per quello ? Ognuno è libero di trovare la risposta.

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