“Chi sarà ritenuto responsabile?” L’incendio mortale di un hotel a Türkiye suscita proteste

“Chi sarà ritenuto responsabile?” L’incendio mortale di un hotel a Türkiye suscita proteste
“Chi sarà ritenuto responsabile?” L’incendio mortale di un hotel a Türkiye suscita proteste
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Il presidente islamo-nazionalista della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato una giornata di lutto nazionale dopo la morte, martedì 21 gennaio, di 76 persone nell’incendio di un hotel di lusso nella stazione sciistica di Kartalkaya, a metà strada tra Istanbul e Ankara. nell’ovest del paese. L’incendio, scoppiato durante la notte ai piani superiori dell’edificio, ha intrappolato i residenti dell’hotel.

Perché questo albergo di lusso, i cui prezzi delle camere vanno dai 400 ai 1.000 euro a notte, non era dotato di alcuna misura di sicurezza contro gli incendi, spiega il quotidiano Repubblica. “Non c’erano scale antincendio funzionanti, né estintori ai piani, nemmeno l’allarme antincendio funzionava,” testimonia Neçirvan Öner, impiegato dell’hotel intervistato dal giornale. Sorpresi nel cuore della notte, i clienti sono stati costretti ad legare insieme le loro lenzuola per realizzare improvvisate scale di emergenza o a lanciarsi nel vuoto per cercare di sfuggire alle fiamme.

Alcuni media sono indignati per il fatto che i turisti abbiano continuato a sciare davanti al luogo del disastro il giorno successivo: “Sono soprattutto turisti stranieri, difficile chiedere loro di rispettare il lutto delle famiglie”, ritiene dal canto suo un vacanziere turco, riferiscono i media online T24.

Di chi è la colpa?

“I responsabili dovranno rispondere” ha dichiarato il presidente turco, riferisce il quotidiano Libertà, mentre nove persone, compreso il proprietario del locale, sono state prese in custodia di polizia. “Chi sarà ritenuto responsabile del disastro?” interroga la prima pagina quotidiana Portavoce, nell’incendio morirono uno dei suoi editorialisti, la moglie e i due figli.

Guidati da un avversario conosciuto nel paese per i suoi eccessi (in particolare le sue manifestazioni razziste contro i rifugiati siriani) ed escluso dal suo partito l’anno scorso, il municipio di Bolu e il Ministero del Turismo si accusano a vicenda.

Per le autorità statali, il comune era tenuto a effettuare ispezioni annuali riguardanti la sicurezza dello stabilimento. Il comune afferma che la struttura ha beneficiato dell’approvazione del Ministero del Turismo e che i controlli di sicurezza sono stati effettuati dai vigili del fuoco, riferisce il quotidiano Universale.

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