Lo conoscevamo come un cineasta anticonformista, un amante bon vivant dei vini bianchi, con la pipa immancabilmente avvitata in bocca. Con la morte di Bertrand Blier si volta una pagina del cinema francese. Il regista, sceneggiatore e scrittore è morto nella sua casa parigina, circondato dai suoi cari, all’età di 85 anni.
Nato a Boulogne-Billancourt (92) nel 1939, figlio dell’attore Bernard Blier, si rifugiò nelle cantine per sfuggire ai bombardamenti alleati sulle fabbriche di armi destinate ai tedeschi. Per evitare la guerra d’Algeria, finse un tentativo di suicidio tagliandosi le vene. Uno stratagemma sanguinoso che gli è valso l’esenzione.
Rivedere certi film oggi lascia l’amaro in bocca
Per molto tempo Bertrand Blier ha incarnato una forma di sovversione e anticonformismo, portando con sé l’eredità libertaria post-sessantotto. Il suo gusto per i margini, le prostitute, la folla, le interruzioni di tono, le ellissi narrative o gli sguardi della telecamera hanno generato un universo che mescolava un’avanguardia sociale con una tradizione oscena, rendendolo uno dei punti di riferimento del cinema degli anni ’70 e ’80.
Eppure, rivedere oggi alcuni dei suoi film lascia l’amaro in bocca. Il disagio non deriva dalla provocazione che ha portato con talento in un’opera del genere Buffet freddo – un’odissea omicida con dialoghi e situazioni che oscillano tra l’assurdità e il concentrato umorismo nero – ma spesso con una grossolana misoginia.
D’ora in poi, la sua visione della liberazione sessuale appare superata, poiché pone le donne sotto il controllo degli uomini. Sarebbe indubbiamente anacronistico parlare di antiwokismo ante litteram, tanto più che il cineasta, dichiarandosi di sinistra, non ha nulla a che vedere con i distruttori dei diritti delle minoranze. Al contrario. Tuttavia, al di là delle parole argute, la sua gratuita licenziosità è inquietante.
Pellicola divisa, i valzer scatena passioni critiche
I Valseuse (1974), adattamento del suo romanzo che lanciò davvero la sua carriera e quella degli altri tre attori, Gérard Depardieu, Patrick Dewaere e Miou-Miou, ne è un brillante esempio. Il senso di dialogo ben calibrato è già presente in alcune righe memorabili: “Non stiamo bene qui? (…) Tranquillo, fresco, rilassato ai margini. Diventeremo duri quando vorremo farlo”, lancia Depardieu come un aforisma a Dewaere.
I valzer, in slang, sono i testicoli, che individuano chiaramente il luogo in cui si svolge la storia con due zozo (Gérard Depardieu e Patrick Dewaere) che cercano di dare piacere a un gelido shampooer (Miou-Miou) in un’epopea incredibile e scherzosa. in tutta la Francia.
Un film divisivo, tanto soprannominato quanto insultato, scatena le passioni della critica. Il successo eguagliò le polemiche poiché 6 milioni di spettatori accolsero nelle sale. Con questo duo di attori, Bertrand Blier ha trovato i suoi feticci. Li invita a entrare Prepara i fazzoletti (1978), che vinse l’Oscar come miglior film straniero. Questa volta è Carole Laure a interpretare il ruolo della moglie bisognoso di orgasmo, una delle matrici del lavoro di Blier.
Proprio come i trii amorevoli trovati in Suocero (1981, Dewaere, Ronet circondato da Ariel Besse), i deboli la moglie del mio amico (1983, Lhermitte, Coluche e Huppert) e Troppo bello per te (1989, Depardieu, Bouquet e Balasko), premiato con il Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes e cinque César tra cui miglior film e miglior regia.
Omofobia disinibita
Tre anni prima di questo successo ormai invecchiato male, aveva firmato con Abiti da serauno dei suoi film cult. Ma ciò che nel 1986 poteva sembrare ardito, ovvero occuparsi della scoperta dell’omosessualità da parte di un eterosessuale, oggi flirta con l’omofobia disinibita.
Almeno ha avuto il merito di inventare una nuova immagine dell’homo (contrariamente a quanto la gabbia pazza che si rammarica di essersi rifiutato di mettere in scena), il tutto nella mascolinità trionfante di Gérard Depardieu ma senza liberarsi dai cliché che fanno del malaticcio Michel Blanc la vittima di un orco. Il problema è identico in Troppo bello per te dove il personaggio interpretato da Josiane Balasko si trasforma in uno spazzolone per rispondere alle avances del suo intraprendente capo.
Per strizzare l’occhio, gli eroi di questi due film sono interpretati da Gérard Depardieu, il cui comportamento è oggetto di un’indagine per stupro e violenza sessuale, denunciata da Anouk Grinberg, ex compagna del regista e attrice in Grazie vita (1991), Uno, due tre sole (1993) et Il mio uomo (1996).
Parlando del comportamento del regista con l’attore, si rammarica: “Blier è stato anche uno dei primi a spingerlo a diventare questo delinquente del cinema. In i valzerce n’erano due su Brigitte Fossey per solleticarle la punta dei seni. (…) Ridevano tutti davvero nel vedere la sofferenza di questa donna. » Alla fine degli anni Novanta il cinema di Blier perde vigore. Il pubblico lo evita. I finanziamenti stanno diventando sempre più scarsi. Come se il cineasta stentasse ad abbracciare l’evoluzione di un’epoca che tuttavia ha contribuito a mettere in discussione.
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