Francoforte (awp/afp) – Lunedì l’indice Dax della Borsa di Francoforte ha superato per la prima volta la soglia dei 21.000 punti, raggiungendo un nuovo record nel giorno dell’insediamento di Donald Trump e nonostante la stagnazione dell’economia tedesca.
Intorno alle 14:40 GMT, l’indice tedesco composto da 40 titoli azionari segnava 21.025 punti, in rialzo dello 0,58%, mentre i mercati americani sarebbero rimasti chiusi lunedì per il Martin Luther King Day.
Il DAX continua il suo slancio dall’inizio dell’anno, dopo essere già aumentato di quasi 900 punti la scorsa settimana per avvicinarsi rapidamente ai 21.000 punti.
“Gli investitori non ne hanno mai abbastanza del rialzo, che ora prosegue con uno slancio simile a quello osservato lo scorso novembre”, osserva Jochen Stanzl di CMC Markets.
Al punto che l’indice di punta tedesco è recentemente diventato “la stella discreta tra gli indici azionari mondiali”, secondo l’analista, offrendo un netto contrasto con un’economia tedesca in recessione da due anni e che dubita più che mai del suo modello esportatore.
La prospettiva di un nuovo presidente americano è riuscita in questa fase a elettrizzare il mercato azionario: “gli investitori vedono che Trump farà di tutto per migliorare la promozione dell’economia americana, e questo potrebbe anche incoraggiare paesi concorrenti come Cina, India e il continente europeo vogliono anche rafforzare le loro economie”, ha detto all’AFP Robert Halver, della Baader Bank.
Con la conseguenza che “le imprese industriali tedesche, ben posizionate a livello internazionale, potrebbero beneficiare di questo sostegno”, aggiunge.
I colossi Deutsche Telekom, Siemens, SAP, Allianz e Airbus “hanno contribuito solo per circa un terzo all’aumento totale della scorsa settimana”, osserva Stanzl.
Deutsche Bank, i chimici BASF e Bayer nonché il produttore di chip Infineon si sono uniti al partito per ampliare la base del rialzo.
Un euro debole rispetto al dollaro e una crescita cinese stabilizzata potrebbero però portare dinamismo alla principale economia europea, che è ancora un forte esportatore, ritiene Joachim Stanzl.
Infine, le elezioni legislative in Germania, previste per febbraio, offrono agli investitori la prospettiva di “politiche più favorevoli alle imprese, tagli fiscali e misure di deregolamentazione” richieste dall’economia, conclude.
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