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Chiaramente, i 7.500 punti costituiscono una forza di resistenza grafica che sta guadagnando forza. Ieri l’indice di punta della Borsa di Parigi, il CAC 40, è caduto in contatto con essa, riuscendo a preservare lo 0,20% a 7.423 punti alla chiusura. Nota nel compartimento A del rating, fortissimi rimbalzi dei titoli ad alto Beta, sensibili alla questione doganale, nel settore delle attrezzature per autoveicoli in particolare. Così, Michelin è cresciuta del 2,72%, l’ex Plastic Omnium (OPMobility) ha guadagnato il 7,10% e Forvia (ex Faurecia), +8,48%.
Lunedì sera, l’agenzia di stampa Bloomberg ha riferito che l’amministrazione Trump stava valutando la possibilità di introdurre gradualmente sovrapprezzi tariffari dal 2% al 5% al mese, anziché implementarli tutti in una volta. Questo processo consentirebbe di evitare un picco dell’inflazione e conferirebbe potere negoziale agli Stati Uniti, secondo fonti vicine citate dall’agenzia. Bloomberg precisa che questo progetto è solo nelle fasi preliminari e che non è stato presentato a Donald Trump.
A livello statistico, prima dell’attesissimo CPI (prezzi al consumo) questo mercoledì, è stata la volta dell’IPP (prezzi alla produzione) a entrare in gioco questo martedì. Escludendo alimentari ed energia, questi prezzi, che costituiscono un barometro avanzato dell’inflazione, sono stabili, una piacevole sorpresa rispetto al consensus del +0,2% mensile. Tutto ciò che può ammorbidire la traiettoria della svolta “falca” della Fed è positivo per i mercati, in particolare per gli asset più apprezzati…
Non abbastanza comunque per calmare l’ardore del decennale americano, che ha superato la soglia del 4,80%.
Per concludere sul lato valore, Safran ha guadagnato l’1,6%, sostenuto da un aumento della raccomandazione di acquisto da parte di Jefferies, che vede un interessante punto di ingresso nel ribasso del titolo avvenuto dall’inizio di dicembre.
Dall’altra parte dell’Atlantico, i principali indici azionari hanno chiuso la seduta di martedì in ordine disordinato, con il Dow Jones in rialzo dello 0,52% all’avvicinarsi della stagione dei risultati dei principali gruppi bancari, e il Nasdaq Composite in contrazione dello 0,23%. L’indice S&P500, barometro della propensione al rischio agli occhi dei gestori dei fondi, ha chiuso stabile a 5.842 punti.
Aggiornamento sulle altre asset class rischiose: intorno alle 8 di questa mattina sul mercato dei cambi, la moneta unica veniva scambiata a un livello vicino al 1,0290 $. Il barile del WTI, uno dei barometri della propensione al rischio sui mercati finanziari, è oscillato 78,10$.
Nell’agenda macroeconomica di questo mercoledì, la priorità dovrebbe essere data agli indici dei prezzi al consumo negli Stati Uniti. Si prevede che i prezzi aumenteranno del 2,9% su base annua, rispetto al 2,7% del mese scorso, per il paniere di prodotti più ampio. A seguire, alle 11:00 la produzione industriale dell’Eurozona, alle 14:30 l’indice manifatturiero dell’Empire State e alle 16:30 i titoli del petrolio greggio.
ELEMENTI GRAFICI CHIAVE
L’indice CAC 40 è venuto alla prova lunedì 06/01 in chiusura di un livello grafico importante, 7.465 punti, la cui solidità sarà messa alla prova. La base di lavoro generale resta, fino a prova contraria, una vasta fascia compresa tra 7.200 e 7.465 punti, all’interno della quale si esprime un’indecisione improntata al nervosismo.
La candela dell’impiccato disegnata mercoledì su questo livello di resistenza testimonia le difficoltà di affrancatura, in un mercato che resta teso.
Sotto i 7.500 punti, ancora una volta la sfida della settimana, la pressione è alta.
PREVISIONE
Considerando i fattori grafici chiave che abbiamo menzionato, la nostra opinione è negativa sull’indice CAC 40 a breve termine.
Questo scenario ribassista è valido finché l’indice CAC 40 è al di sotto della resistenza a 7500,00 punti.
Grafico orario
Grafico creato dal software Prorealtime
Grafico dei dati giornalieri
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