Volontario ceco condannato in appello a otto anni di carcere

Volontario ceco condannato in appello a otto anni di carcere
Volontario ceco condannato in appello a otto anni di carcere
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“Guardando indietro, ovviamente so che quello che ho fatto era sbagliato, sia nei confronti della società in generale che delle vittime stesse. Al momento dei fatti non funzionavo razionalmente, mi sembrava normale”ha detto l’ex volontario dell’esercito ucraino.

La Corte d’appello ha ribaltato e inasprito la sentenza iniziale del Tribunale municipale di Praga, che lo scorso agosto aveva tenuto conto di alcune circostanze attenuanti per fissare la pena a sette anni di reclusione.

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L’ex volontario ceco in Ucraina, Filip Siman, condannato a otto anni di carcere|Foto: CT

La Corte ha inoltre annullato la decisione del tribunale di primo grado di assolvere l’imputato per il suo impegno non autorizzato in un esercito straniero. All’epoca la Corte ha tenuto conto delle dichiarazioni politiche del primo ministro Petr Fiala e dell’ex presidente della Repubblica Miloš Zeman, i quali sostenevano che i cittadini in servizio nell’esercito ucraino avrebbero potuto beneficiare dell’amnistia.

Tuttavia, la Corte lo ha ritenuto “La responsabilità penale non può essere influenzata dalle dichiarazioni politiche. »

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Martino Bianco|Foto: CT

“Certamente chiunque può decidere di aiutare l’Ucraina invasa, però bisogna anche rispettare le leggi ceche e quindi fare una richiesta ufficiale”ha detto il procuratore Martin Bílý. La richiesta dovrà essere accolta dal capo dello Stato, che finora ne ha convalidate circa 200.

Le accuse contro Filip Siman

Il colpevole, Filip Siman, un ex soldato ceco, si è recato in Ucraina nel marzo 2022. Dopo l’addestramento lì, ha partecipato ad operazioni nelle città di Irpin e Boutcha, dove era responsabile del pattugliamento delle trincee e delle cosiddette operazioni di pulizia .

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Filip Siman in Ucraina nel 2022|Foto: CT

Secondo gli accertamenti della giustizia ceca, egli ha approfittato di queste missioni per appropriarsi delle proprietà appartenenti a civili e soldati morti, tra cui gioielli, dispositivi elettronici e lingotti d’oro. Le prove includono video pubblicati dallo stesso colpevole sui social media e testimonianze dei suoi ex compagni d’armi.

L’avvocato di F. Siman, Zdeněk Odehnal, ha annunciato che dopo aver esaminato la sentenza scritta intende portare il caso davanti alla Corte Suprema (l’equivalente della Corte di Cassazione).

Un caso senza precedenti in Repubblica ceca

La sentenza iniziale dell’agosto 2024 è stata la prima del suo genere nel paese. Ha ritenuto Filip Siman colpevole di saccheggio, ma la corte ha ritenuto circostanze attenuanti, in particolare il suo comportamento esemplare durante la detenzione.

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Filippo Siman|Foto: Zuzana Jarolímková, iROZHLAS.cz

Il giovane, dal canto suo, ha continuato a negare le accuse di saccheggio, sostenendo che stava eseguendo gli ordini dei suoi superiori ucraini. Tuttavia, prove documentali e testimonianze contraddicono ciò, comprese le confessioni parziali nelle interviste.

Siman è stato arrestato dall’esercito ucraino nell’aprile 2022 prima di essere consegnato alla polizia locale e poi rilasciato. Al suo ritorno in Repubblica ceca è stato posto in custodia cautelare dalle autorità nazionali.

Un caso ripreso dagli allevamenti di troll russi

Senza precedenti nella Repubblica Ceca, il caso di Filip Siman ha occupato lo spazio virtuale lo scorso anno in modo impressionante, grazie all’efficacia degli account filorussi sui social network e sui vari media alternativi, sempre molto pronti a riprendere la narrativa dettata dal Cremlino.

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La versione diffusa in abbondanza e sfatata soprattutto qui, diventata virale, è quella di un mercenario ceco che partecipò ai terribili massacri di Boutcha per conto dell’esercito ucraino.

Ristampata in molte lingue tra cui il francese, fonte di lingua russa, questa falsa informazione era abbastanza facilmente riconoscibile grazie – come in molti casi – alla trascrizione in alfabeto latino dei nomi propri già trasformati un tempo in cirillico. In questo caso, il nome di Siman era scritto Philipp.

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