“Il sentimento dominante? È una delusione. Aspettavamo la fine della guerra, la fine dei combattimenti. C’è anche la stanchezza: siamo stanchi di aspettare. Ci sentiamo come se stessimo sprofondando ogni giorno un po’ più in profondità. Ci aspettavamo anche una sorta di revoca delle sanzioni in cambio della pace. Oggi sono sempre più dolorosi”.
Sono queste le parole con cui un alto funzionario governativo descrive al quotidiano online indipendente i sentimenti prevalenti nell’amministrazione russa Medusa, in un articolo pubblicato il 9 gennaio.
Questa testata, i cui giornalisti sono dovuti andare in esilio in Lettonia per continuare a lavorare liberamente, si vanta di averne conservate diverse “fonti” altolocati in varie istituzioni, compresa la più potente – l’amministrazione presidenziale –, che regolarmente trapelano, sotto la copertura dell’anonimato, alcuni elementi di informazione. Così, dopo quasi tre anni di guerra, all’inizio del 2025, diversi funzionari in diverse posizioni di responsabilità testimoniano l’atmosfera che regna in questo momento negli ambienti del potere russo.
La sensazione principale, come ha detto un interlocutore, resta la disillusione nel vedere che una pace rapida non sembra essere all’ordine del giorno. E questo nonostante
Belgio