Mentre i cittadini ucraini tremano durante il terzo inverno in cui le centrali elettriche e gli impianti di riscaldamento vengono presi di mira da missili e droni russi, c’è motivo di sperare che il 2025 sarà l’anno in cui la maggior parte dei combattimenti cesserà. Entrambi gli schieramenti sono sull’orlo dello sfinimento e i loro sostenitori vogliono che il conflitto si calmi.
A Washington questa sarà una delle massime priorità della nuova amministrazione. All’inizio del 2024, i litigi al Congresso hanno fatto sì che i finanziamenti si prosciugassero per diversi mesi. Il precedente pacchetto di aiuti è stato speso e il successivo (20 miliardi di dollari) è stato appena approvato dopo un’aspra disputa tra democratici e repubblicani.
Ad un certo punto, nel 2025, tutti questi aiuti finiranno per esaurirsi. E durante la sua campagna, il candidato Trump aveva ribadito la sua intenzione di ridurre gli aiuti all’Ucraina. Il denaro non è l’unico problema. Gli Stati Uniti stanno iniziando a esaurire le attrezzature militari da fornire all’Ucraina e devono provvedere ai bisogni degli altri partner essenziali, in particolare Israele e Taiwan.
Questo limite di offerta è ancora peggiore in Europa, dove i governi non hanno fatto abbastanza per sviluppare la produzione militare per soddisfare le esigenze di un’Ucraina che non potrà più contare sul sostegno americano. Certamente l’Ucraina ha un’industria della difesa sempre più impressionante, in particolare in termini di droni. Ma avrà difficoltà a compensare l’esaurirsi del sostegno occidentale. Tutto ciò significa che, ora che le elezioni americane sono finite, la pressione per spingere Kiev verso una qualche forma di negoziato con la Russia si intensificherà nel 2025. Come potrebbe essere un possibile accordo?
L’Ucraina dovrà accettare la perdita di parte del suo territorio. Il 7% sequestrato dalla Russia durante la sua prima invasione nel 2014 (Crimea e parte orientale del Donbass) sarà senza dubbio irrecuperabile. Qualsiasi accordo probabilmente comporterà che la Russia mantenga almeno parte dell’11% in più di territorio che ha conquistato dall’invasione del 2022 (una volta ne aveva di più, ma l’Ucraina è riuscita a riprenderne una parte). .
In cambio, l’Ucraina deve ottenere solide garanzie di sicurezza, l’ideale è la piena adesione alla NATO, almeno per i territori che oggi controlla. Questa potrebbe essere una soluzione accettabile, anche se l’Ucraina avrà difficoltà ad accettarla.
Con il ritorno al potere di Trump, sembra che l’Ucraina non rientrerà nella NATO per anni, se non mai. Ma potrebbe ancora ottenere una qualche forma di garanzia di sicurezza. In ogni caso, è molto probabile che le discussioni inizieranno nel 2025 e che poi i combattimenti diminuiranno drasticamente, fino a un cessate il fuoco. Mentre i colloqui continuano, potrebbe emergere un conflitto semi-congelato. Una soluzione imperfetta, certo, ma decisamente migliore rispetto alla situazione attuale.
Par Christopher Lockwood Editore europeo di The Economist
Belgio