Un’anteprima della giornata sui mercati asiatici.
Un mare di rosso sulla maggior parte dei mercati azionari e l’incessante rialzo del dollaro e dei rendimenti obbligazionari statunitensi fanno da sfondo a quella che dovrebbe essere un’altra sessione nervosa in Asia martedì.
Come se ciò non bastasse per tenere in guardia gli investitori, i dati sull’inflazione statunitense verranno pubblicati il giorno successivo, mentre inizia anche la stagione degli utili del quarto trimestre negli Stati Uniti.
Il crollo dell’indice S&P 500 di lunedì ad un certo punto ha cancellato tutti i guadagni registrati dall’indice dopo le elezioni americane. Sebbene sia riuscito ad avvicinarsi ai livelli più bassi, non c’è dubbio che i rendimenti obbligazionari statunitensi elevati e in aumento continuino a pesare pesantemente sul sentiment generale del mercato azionario.
Anche il contesto globale non aiuta, con le tensioni commerciali in aumento e l’incertezza che circonda la nuova amministrazione statunitense in vista dell’insediamento di Donald Trump la prossima settimana.
A questo proposito, l’annuncio di lunedì da parte dell’amministrazione Biden di nuove restrizioni statunitensi sull’esportazione di chip di intelligenza artificiale non farà altro che accentuare il disagio.
Le nuove normative, tra le più severe mai adottate da Washington e progettate per limitare la distribuzione globale di questi processori molto ambiti, potrebbero assestare un duro colpo ai profitti delle aziende specializzate in intelligenza artificiale e tecnologia, tra cui Nvidia.
Lunedì il dollaro ha toccato il livello più alto degli ultimi 26 mesi, un ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie che si farà sentire sui mercati interni statunitensi, ma soprattutto sui prezzi degli asset all’estero.
Venerdì gli analisti di Goldman Sachs hanno rivisto al rialzo le loro previsioni per il dollaro, prevedendo che l’euro scenderà sotto la parità con il dollaro nei prossimi tre-sei mesi. Con l’euro sceso sotto 1,02 dollari lunedì, non sorprenderebbe se la parità si rompesse entro le prossime sei settimane.
Il dollaro ha iniziato la settimana su una base solida. È cresciuto 14 volte nelle ultime 15 settimane, una prestazione notevole che lo ha visto apprezzarsi del 10% rispetto ai suoi principali rivali del G10. Le economie emergenti e asiatiche continuano a subire pressioni dal dollaro e dai rendimenti dei titoli del Tesoro.
Il calendario di martedì in Asia è leggero, con la fiducia dei consumatori australiani, i dati sull’inflazione industriale indiana e gli ultimi dati sul commercio e sui conti correnti giapponesi come eventi principali.
Lo yen giapponese rimane sotto forte pressione di vendita intorno a 158 per dollaro, vicino alla zona 160/dollaro che ha già provocato l’intervento delle autorità giapponesi per acquistare yen.
Si prevede che le decisioni politiche in Indonesia e Corea del Sud, nonché una serie di indicatori economici cinesi, fungeranno da catalizzatori locali per ulteriori fuochi d’artificio sui mercati nel corso della settimana.
Prosegue a Hong Kong l’annuale Asian Financial Forum. Il presidente di Alibaba, l’amministratore delegato di China International Capital Corporation Limited e i CIO di diversi importanti fondi di investimento globali saranno tra gli oratori che interverranno martedì.
Ecco i principali sviluppi che potrebbero orientare i mercati martedì:
– Commercio e conto corrente del Giappone (novembre)
– Inflazione dei prezzi all’ingrosso in India (dicembre)
– Discorso del vice governatore della Banca del Giappone, Himino Ryozo