“È il momento di François Bayrou di dimostrare che vuole sfuggire alla censura” – di Rémi Féraud

“È il momento di François Bayrou di dimostrare che vuole sfuggire alla censura” – di Rémi Féraud
“È il momento di François Bayrou di dimostrare che vuole sfuggire alla censura” – di Rémi Féraud
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Dopo sette anni di politica dell’offerta segnata da un massiccio disarmo fiscale e da perdite di entrate per lo Stato pari a circa 50 miliardi di euro all’anno, lo scostamento di bilancio ha raggiunto un livello senza precedenti, con un disavanzo pubblico pari al 6,1% del PIL nel 2024, il che pone la nostra paese in una situazione difficile: i tassi debitori sui mercati finanziari sono oggi tra i più alti della zona euro e continuano a salire. Il semplice costo degli interessi sul debito rappresenta ogni anno, in questa situazione, l’equivalente del bilancio dell’Istruzione Nazionale.


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Mentre per far fronte a questa situazione il governo di Michel Barnier prevedeva massicci tagli di spesa per circa 40 miliardi di euro, compresa l’eliminazione di 4.000 posti di insegnante, lo diciamo molto chiaramente: non spetta ai servizi pubblici pagare il conto della cattiva gestione dei governi di Emmanuel Macron. Né ai grandi servizi pubblici nazionali dell’istruzione e della sanità, attaccati negli ultimi anni e che costituiscono il cardine della nostra coesione sociale, né agli altri servizi pubblici locali (asili nido, scuole, biblioteche e altri luoghi della cultura, trasporto pubblico quotidiano) in gran parte sostenuto dalle finanze locali.

I tagli di bilancio da 5 a 10 miliardi previsti dal precedente governo a scapito delle comunità, in un contesto di continua limitazione delle loro risorse da parte dello Stato, avevano, giustamente, suscitato le proteste degli eletti locali di sinistra. come a destra. Queste misure avrebbero avuto un effetto recessivo, mentre gli investimenti pubblici gravano soprattutto sugli enti locali e la crescita è anche una leva essenziale per risanare i conti e finanziare le grandi politiche pubbliche.

I socialisti presuppongono di essere gli interlocutori del governo in questo periodo, per fornire un bilancio alla Francia, per evitare un collasso economico e una crisi sociale ancora più grave.

Se il governo di François Bayrou vuole ora evitare la censura e permettere il voto sul bilancio per la Francia, dovrà tenere conto delle richieste dei socialisti in termini di servizi pubblici, giustizia fiscale, potere d’acquisto e riforma delle pensioni. Hanno contribuito le numerose agevolazioni fiscali concesse da Emmanuel Macron ai più ricchi fin dall’inizio del suo primo mandato (abolizione dell’ISF, fine della tassazione progressiva del capitale con l’attuazione della flat tax, eliminazione dell’exit tax, ecc.). per anni alla creazione di un buco nelle entrate fiscali e all’aumento delle disuguaglianze.

Mentre la povertà aumenta e i prezzi dei prodotti alimentari rimangono elevati dopo due anni di elevata inflazione non compensata dall’aumento dei salari, la distribuzione dei dividendi ha continuato ad aumentare in modo significativo in Francia nel 2023 e nel 2024. In questo contesto, non è certamente sulle classi medie e lavoratrici che lo sforzo di bilancio non dovrebbe pesare né sui servizi pubblici che sono al centro del nostro contratto repubblicano.


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In un Paese dove ormai il lavoro è tassato molto più del capitale, è dal lato dei redditi più alti, dei patrimoni più grandi e delle grandi imprese che dovremo cercare nuove risorse per preparare il futuro e finanziare la transizione ecologica, riducendo al contempo disuguaglianze. I socialisti presuppongono di essere gli interlocutori del governo in questo periodo, per fornire un bilancio alla Francia, per evitare un collasso economico e una crisi sociale ancora più grave. A patto di ottenere progressi per i francesi in termini di equità fiscale e giustizia sociale.

Nessun “servilismo” o tradimento, semplicemente il senso del miglior interesse del Paese. Dicano coloro che osano accusare la sinistra responsabile di questo paese di vendersi per un “piatto di lenticchie”, quali vantaggi personali, quali posizioni, i socialisti ed i loro partner otterranno in questa vicenda: nessuno! D’altra parte, vogliamo essere all’altezza del momento, il che significa fare di tutto per migliorare la vita quotidiana dei nostri concittadini, per essere utili al Paese, e non per accrescere la disperazione che ogni giorno alimenta il vivaio della estrema destra.

Governare è scegliere. La palla ora è nelle mani del Primo Ministro e del suo governo, nonché della “base comune” che li sostiene. Tocca a loro dimostrare di aver compreso la gravità del momento e di essere pronti a fare le concessioni necessarie per sfuggire all’influenza del Raggruppamento Nazionale e scongiurare il rischio di una gravissima crisi politica, economica e sociale per il Paese. crisi. .

Rémi Féraud, candidato sindaco di Parigi e senatore del PS di Parigi

Gabrielle Siry-Houari, economista, membro dell’ufficio nazionale del PS e vicesindaco del XVIII secoloe

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