“La mia responsabilità è che una storia sopravviva. Tu, la tua responsabilità, sei impegnata nella sopravvivenza di tre esseri umani”. Si conclude così il messaggio audio pronunciato al telefono e in France Inter da Olivier Grondeau, in carcere da più di due anni dalle autorità iraniane. All’età di 34 anni, l’ostaggio francese ha scelto di rivelare per la prima volta la sua identità.
“Tu, che hai il potere di influenzare questa questione, ascolta questa verità. La forza di Cécile, la forza di Jacques, la forza di Olivier si stanno esaurendo.dice in una nota telefonica, riferendosi ai suoi due connazionali Cécile Kohler e Jacques Paris, anch’essi detenuti in Iran dal 2022.
“Sono innocente. Tutti qui sanno che sono innocente”.
“Parlo dalla mia cella nella prigione centrale di Teheran”lo ha detto anche in un’altra parte del messaggio, questa volta trasmesso su France Info. “Sono innocente. Tutti qui sanno che sono innocente”.. “Nella mia situazione, parlare apertamente significa correre un rischio”riconosce Olivier Grondeau, “ma c’è il “rischio”, quindi c’è la “speranza”, e mi resta ben poco”. Dopo il suo discorso e la diffusione del suo messaggio, l’ostaggio francese teme “ritorsione” dei suoi carcerieri, in particolare il taglio dei suoi mezzi di comunicazione, o il rifiuto della sua richiesta di libertà condizionale.
La sua liberazione dall’anonimato ha preceduto di poche ore l’annuncio da parte della sua famiglia della liberazione del tedesco-iraniano Nahid Taghavi, dopo quattro anni di detenzione. E segue di pochi giorni la scarcerazione e il ritorno a casa di una giornalista italiana, Cecilia Sala. Olivier Grondeau, che i parenti presentano come un viaggiatore amante della poesia, è stato arrestato a Shiraz (sud) nell’ottobre 2022. È stato condannato a cinque anni di carcere per “complotto contro la Repubblica islamica”, ha spiegato sua madre Thérèse Grondeau a France Inter .
Venerdì 10 gennaio Parigi ha convocato l’ambasciatore iraniano per denunciare la situazione “ostaggi di stato” Francesi detenuti secondo lei dalla Repubblica islamica. “La nostra richiesta di liberazione immediata dei cittadini francesi tenuti in ostaggio dallo Stato è stata ribadita con la massima fermezza” di Teheran, la cui situazione è “insopportabile, con condizioni di detenzione indegne che, per alcuni, equivalgono a tortura ai sensi del diritto internazionale”stimato il Ministero degli Affari Esteri.
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