Un passo avanti per il road sharing e la mobilità
Il CIF, pur essendo generalmente praticato da molti motociclisti, si trovava fino ad allora in una zona grigia giuridica, spesso tollerato, raramente sanzionato. E dal 2016 sperimentato. Dopo quasi dieci lunghi anni di sperimentazione, questa legalizzazione porta il riconoscimento ufficiale ad una pratica che aiuta a facilitare il flusso del traffico e a ridurre gli ingorghi.
Ma l’impatto va ben oltre.
Grazie a questa legalizzazione, le autoscuole e le scuole di moto potranno ora includere il traffico intercorsia nella formazione sulla patente di guida.
Ciò significa che i futuri motociclisti saranno meglio formati in questa pratica, riducendo così il rischio di comportamenti inappropriati o pericolosi da parte loro.
Anche per gli automobilisti, poiché anche loro trarranno vantaggio da una maggiore consapevolezza di questa realtà di condivisione della strada. Capire come reagire ad un veicolo 2WD in CIF è fondamentale per prevenire incidenti e limitare incomprensioni e tensioni tra gli utenti.
È quindi una vittoria per tutti: una pratica meglio supervisionata e insegnata si tradurrà in meno incidenti per gli utenti 2WD, in una migliore convivenza sulla strada e, soprattutto, in una maggiore sicurezza per tutti gli utenti.
Chi dice legalizzazione dice regolamentazione
La legalizzazione del CIF è accompagnata da regole precise, definite con decreto, per garantire una pratica sicura e controllata.
Ecco i punti principali da ricordare:
Conducenti di motocicli (categoria L3e) e tricicli a motore (categoria L5e) con una larghezza massima di 1 metro. Sulle autostrade e strade a doppia carreggiata separate da uno spartitraffico centrale con almeno due corsie in ciascuna direzione.
In caso di traffico intenso stabilite in linee ininterrotte.
Quando la velocità degli altri veicoli è limitata a un massimo di 50 km/h, con spazio sufficiente tra i veicoli, su una carreggiata libera (senza lavori, neve o ghiaccio) e rispettando limiti di velocità specifici:
50 km/h massimo se le linee avanzano.
30 km/h massimo se una linea è ferma.
Con il divieto di:
Sorpasso di un altro veicolo in CIF.
Continuare il CIF se la velocità degli altri supera i 50 km/h.
Sanzioni per inadempienza
Multa di 4a classe (135€)
Sospensione della patente fino a 3 anni (con eventuale limitazione ai viaggi non professionali).
Perdita di 3 punti sulla patente.
Una vittoria meritata
Questo grande progresso è il risultato di un lavoro collettivo portato avanti con perseveranza dalla FFMC, con la FFM e le sezioni “due ruote” e “formazione” dei Mobiliani da 26 anni. Se il riconoscimento ufficiale del CIF è soprattutto una vittoria per gli utenti della strada, è anche il riconoscimento del lavoro a lungo termine svolto dalle FFMC.
Abbiamo dimostrato, anno dopo anno, che il CIF può essere sinonimo di fluidità e sicurezza, a patto che sia ben presidiato. Questo decreto segna il trionfo del dialogo e della pedagogia sui pregiudizi e sulle incomprensioni.
La FFMC non intende fermarsi qui. Questa legalizzazione è una base su cui continueremo a costruire una strada più sicura e condivisa per tutti gli utenti. Motociclisti, automobilisti e ciclisti, insieme, ci muoviamo verso un futuro in cui il buon senso e la condivisione della strada abbiano senso.