Il progetto Mars Sample Return (MSR) lanciato dalla NASA è uno dei progetti più ambiziosi dell’agenzia per i prossimi anni. Con l’obiettivo di raccogliere campioni di suolo e rocce marziani e riportarli sulla Terra, la missione potrebbe fornire informazioni cruciali sulla storia del Pianeta Rosso, sulle sue condizioni passate e sulla sua capacità di sostenere la vita. Tuttavia, un tale programma solleva numerose sfide tecniche e finanziarie. Poiché la NASA considera diverse soluzioni, alcune aziende del settore privato, tra cui Rocket Lab, SpaceX e Blue Origin, sperano di prendere parte all’avventura e offrire soluzioni più rapide ed economiche.
La NASA e le sue soluzioni per la restituzione dei campioni: tra sfide tecniche e costi elevati
Restituire campioni marziani è un’impresa colossale. Secondo la NASA le architetture previste per realizzare questa missione potrebbero avere dei costi tra 5,8 e 7,7 miliardi di dollari, con termini di completamento che si estenderebbero tra il 2035 e il 2039. La missione comporterebbe diversi passaggi complessi, tra cui l’invio di un lander per recuperare i campioni marziani, lanciarli in orbita e riportarli sulla Terra.
In questo contesto, la NASA ha annunciato il 7 gennaio 2025 che dedicherà un anno e mezzo allo studio di due nuove architetture per l’MSR. Il primo consisterebbe nell’utilizzare una versione del sistema di gru celeste sviluppato dal Jet Propulsion Laboratory che ha già fatto atterrare con successo i rover Curiosity e Perseverance su Marte. Il secondo riguarderebbe un lander pesante sviluppato commercialmente, probabilmente da aziende private come SpaceX o Blue Originin grado di fornire una soluzione più robusta e innovativa.
SpaceX e Blue Origin, due delle più grandi società spaziali private, sono state naturalmente viste dalla NASA come potenziali partner nel programma MSR. SpaceX beneficia in particolare di una notevole esperienza nel campo dei lanciatori riutilizzabili e delle tecnologie spaziali avanzate. L’azienda di Musk è già coinvolta in numerosi progetti della NASA. Il suo razzo Starship, attualmente in fase di sviluppo, potrebbe costituire in particolare un elemento centrale per il trasporto di campioni marziani sulla Terra.
Rocket Lab: un’alternativa più veloce ed economica
Di fronte a questi due colossi, Rocket Lab, azienda specializzata in lanciatori più piccoli ma efficienti, si è affrettata a offrire un’alternativa. Questa azienda, che si è fatta un nome con il suo lanciatore Electron, destinato a inviare piccoli carichi utili nell’orbita terrestre bassa, ora sogna un posto nel ritorno dei campioni marziani. Nel gennaio 2025, Rocket Lab ha annunciato che avrebbe potuto offrire una soluzione più rapida e a costi inferiori rispetto alle attuali proposte della NASA. Secondo l’azienda potrebbe riportare campioni marziani dal 2031 e per meno di quattro miliardi di dollariun costo molto inferiore ai 7,7 miliardi stimati dalla NASA.
Richard French, vicepresidente di Rocket Lab, afferma che la soluzione proposta dall’azienda si basa su a utilizzo ottimizzato delle tecnologie esistenti. L’approccio di Rocket Lab include un lander per recuperare i campioni, un veicolo di lancio per mandarli in orbita attorno a Marte e un orbiter in grado di riportare i campioni sulla Terra. L’azienda punta sull’efficienza del suo lanciatore Neutron e sulla collaborazione con altre aziende per accelerare lo sviluppo di questa soluzione.
Perché la NASA dovrebbe prendere in considerazione soluzioni più commerciali?
La proposta di Rocket Lab solleva una domanda importante: perché la NASA non dovrebbe guardare maggiormente al settore privato per portare avanti il programma MSR? Il dibattito sul coinvolgimento delle aziende private nelle missioni spaziali non è nuovo. Per diversi anni, la NASA ha sviluppato partnership con aziende come SpaceX che non solo hanno ha contribuito a ridurre i costi, ma anche ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie spaziali. Il coinvolgimento di aziende come Rocket Lab potrebbe offrire una nuova dinamica sfruttando la loro agilità e capacità di innovare rapidamente.
Per Rocket Lab la chiave del successo risiede nella competitività e nei bandi di gara aperti. L’azienda vuole che la NASA apra la competizione a diverse aziende private per incoraggiare l’innovazione e la riduzione dei costi. Resta da vedere se la NASA si lascerà convincere da questi argomenti e se sceglierà di affidare parte del programma MSR ad aziende come Rocket Lab oltre a SpaceX e Blue Origin. Sebbene il programma proceda lentamente, il coinvolgimento del settore privato potrebbe essere la chiave per accelerare questa missione iconica.