Violenta la sua compagna e le taglia il braccialetto elettronico…. e si prende diciotto mesi di prigione nell’Aveyron

Violenta la sua compagna e le taglia il braccialetto elettronico…. e si prende diciotto mesi di prigione nell’Aveyron
Violenta la sua compagna e le taglia il braccialetto elettronico…. e si prende diciotto mesi di prigione nell’Aveyron
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l’essenziale
L’autore del reato è stato processato ieri pomeriggio in comparizione immediata e ha ricevuto diciotto mesi di carcere.

Il giorno dopo Capodanno poteva essere ancora più drammatico per questa giovane donna, vittima di violenza domestica. Presentato per comparizione immediata davanti al tribunale giudiziario di Rodez, questo lunedì 6 dicembre, un uomo di 26 anni è stato accusato di aver picchiato la madre di sua figlia, di appena un anno, davanti alla bambina. figlia, ma anche per aver messo a soqquadro l’appartamento in cui vivevano.

I fatti si sono verificati dal 1 al 3 gennaio. Inoltre, la sera del 3 gennaio, ha finito per tagliare il suo braccialetto elettronico ed è fuggito per le strade di Rodez prima di essere catturato dalla polizia.

Un atto considerato dai giudici come una fuga.

Cosa è successo in questi tre giorni? La tensione ha raggiunto il culmine quando l’uomo ha chiesto di poter visionare i conti della coppia sul suo tablet. Il suo partner ha rifiutato, quindi sarebbe andato su una rabbia incontrollabile. Rompe la televisione, rovescia il tavolo, rompe i piatti… E finisce per colpire il suo compagno. Inciampa e si ferisce con pezzi di vetro.

Finisce per chiamare, in lacrime, la polizia che interviene prontamente. La polizia non è riuscita a mettere immediatamente le mani sull’individuo che è fuggito, tagliandogli il braccialetto elettronico. Nonostante le chiamate della polizia sul suo telefono, si rifiuta di andare alla stazione di polizia. Verrà arrestato a casa di amici, dopo alcune ore di latitanza.

La sua compagna aveva già sporto denuncia lo scorso 9 dicembre per atti di violenza. Inoltre, nel suo casellario giudiziale risultano sedici accertamenti per furto, ricettazione e traffico di droga. Dovrà inoltre comparire davanti a un tribunale penale della regione parigina per un caso di complicità in un tentativo di omicidio.

A sua difesa, l’imputato spiega che se ha commesso questi atti «è perché lei mi ha insultato e non voleva che ci separassimo. La nascita della nostra bambina ha cambiato tutto, ho provato a fare uno sforzo. Ma non ha funzionato”. Durante l’udienza in tribunale e davanti alla polizia ha negato di aver colpito.

Questo file deve ancora essere “sfumato”

Da parte sua, la vittima mantiene le sue dichiarazioni e si spiega a fatica, tra i singhiozzi, al tribunale del tribunale. Lei però dice di voler vedere il padre di suo figlio tornare a casa perché “la figlia lo sta cercando”.

Nel suo atto d’accusa, il rappresentante del pubblico ministero menziona le “300.000 vittime di violenza domestica” registrate ogni anno in Francia. “E in Francia, in media, si verifica un femminicidio ogni tre giorni. I fatti riguardanti questo caso possono sembrare distanti nella gravità, ma non tanto nella loro natura”, ha aggiunto il magistrato.

Guardando ai fatti di dicembre e a quelli più recenti, il pubblico ministero afferma: “Testimoniano un preoccupante aumento della violenza”. Il magistrato sottolinea anche la “forte propensione dell’imputato a vittimizzare se stesso”. “Il numero delle condanne pronunciate contro di lui e che avrebbero potuto consentirgli di reintegrarsi è stato significativo”, prosegue prima di chiedere tre mesi di carcere, per il taglio del braccialetto elettronico e 18 mesi di carcere, di cui sei mesi con la sospensione, per atti di violenza e la sua continua detenzione.

Per l’avvocato dell’imputato, Me Arnaud Cagnac, il caso resta “da qualificare” alla luce delle dichiarazioni di tutti. E ricorda che la vittima “non è in alcun modo sotto l’influenza”, prima di chiedere una pena detentiva più clemente. Dopo la deliberazione, il tribunale lo ha condannato definitivamente a tre mesi di reclusione per aver tagliato il braccialetto elettronico e a 21 mesi di reclusione, sei dei quali sospesi, per violenza domestica e divieto di avere contatti con la vittima.

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