Questo sabato, 14 dicembre, davanti alle assise della Loira Atlantica, il verdetto è arrivato dopo una settimana di processo seguente la morte di Nadir Marouf, 18 anni, nell'estate del 2020 a Saint-Sébastien-sur-Loire. Tra i 4 imputati, tre sono giudicati colpevoli di rapina violenta con conseguente mortesono stati condannati a 22 anni di reclusione penale, due terzi dei quali di carcere (vale a dire 14 anni e 8 mesi). Questi ultimi sono inoltre banditi definitivamente dal territorio francese.
L'ultimo imputato, più vecchio, considerati il “cervello” del volo durante il quale Nadir morì, fu riconosciuto colpevole di complicità in delitto, furto aggravato e occultamento di criminali. È stato condannato a 15 anni di reclusione penale. Ai 4 imputati è inoltre vietata, per 15 anni, la detenzione di armi.
“Non potrà restituirci Nadir”
Al termine di quest'ultimo giorno di processo, la madre di Nadir, Nabila Bellhalfaoui, accompagnata dalla sua famiglia, ha accettato di testimoniare. Per lei, che aspettava questo processo da più di 4 anni, è stato difficile accontentarsi, perché “Non potremo mai esserlo, perché Nadir se n’è andato. Ciò che mi uccide di più è sapere in questo processo che Nadir ha sofferto. È stata una morte lenta. 22 o 15 anni di reclusione penale non mi renderanno Nadir.”. Per il suocero di Nadir, “La giustizia ha fatto bene il suo lavoro”. Ma proprio come Nabila Belhalfaoui, il dolore è troppo pesante essere soddisfatto: “Soddisfatti? Abbiamo perso una persona cara. Non possiamo essere soddisfatti, ma la giustizia c'è stata e siamo stati ascoltati”. confessa.