“Sembra che Charlie sia partito ieri” – Analisi del Vendée Globe di Gaston Morvan e Loïs Berrehar

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In tutto il Vendée Globe, Punta e albero ti offre decifrare il tempo e le traiettorie dei 40 solitari di Loïs Berrehar et Gaston Morvanrispettivamente 2° e 3° nel Solitaire du Figaro Paprec 2024, che si alternano a settimane alterne. Gaston Morvan sarà in carica questo venerdì.

“Da stamattina, Charlie Dalin è entrato nel Pacifico passando a sud della Tasmania, con un vantaggio di circa 200 miglia sui suoi due inseguitori, Sébastien Simon e Yoann Richomme. Loïs lo aveva spiegato bene la settimana scorsa, è stato attaccando nella prima depressione dell’Indiano, vicino alla zona dei ghiacci, con Sébastien Simon, che è riuscito a fare la fuga dove Yoann Richomme, Thomas Ruyant e altri hanno preso una direzione abbastanza a nord itinerario. Il guadagno non è stato enorme, ma da questo episodio Charlie ha avuto un discreto successo con lui, nel senso che spesso parte davanti, riesce a piazzarsi davanti sulle piccole dorsali che vengono installate sulla strada, riesce a evitare i proiettili. Dall’inizio della gara non si è mai fermato troppo.

Per ora, possiamo dire che è lui il capofa buone traiettorie, è sempre regolare, è pulito, fluido, si impegna e corre dei rischi quando necessario e, al contrario, sa preservare la sua barca quando le condizioni lo richiedono. Ho visto il suo video stamattina, rasato, sorridente da un orecchio all’altro, non sembra avere occhiaie, È difficile far mentire una faccia, sembra in gran formami sono perfino detto che sembrava se ne fosse andato ieri! Questo è meno vero per gli altri che sembrano più stanchi.

Il fatto di trovarsi di fronte a lui quindi gli rendeva possibile a poco a poco supera Seb Simon – anche se il divario non è enorme – che è stato penalizzato anche dalla perdita del foil di dritta, anche se per il momento non è ancora troppo penalizzante. Ora dev’essere un po’ dura psicologicamente per Sébastien, perché fino ad ora era nello stato d’animo e nella posizione di giocarsi la vittoria, ora sa bene che sarà dura vincere il Vendée Globe. Perché se con vento in poppa, la perdita del foil non è un grosso svantaggio – vediamo che riesce a mantenere una buona velocità -, al lasco, in prua con mare piatto e con 20-25 nodi di vento , situazione che purtroppo si presenterà per lui, rischia di perdere molto non potendo più sostenersi sul fioretto rotto. Forse questo lo spingerà a correre maggiori rischi a livello strategico, soprattutto perché la partita sembra ancora piuttosto aperta fino al Corno.

Dietro, possiamo aspettarci una grande occasione tra il terzo, Yoann Richomme, e i suoi inseguitori. Yoann è un po’ sul filo del rasoio, ma penso che riuscirà a non farsi risucchiare troppo dalla spina dorsale che vediamo gonfiarsi questo fine settimana alle sue spalle, dovrebbe passare tra le gocce e restare nello stesso sistema di Charlie e Seb .

La situazione dovrebbe essere favorevole addirittura a metà della prossima settimana, lo dimostra il percorso sopra riportatopotrebbe arrivare a circa 60 miglia da Charlierispetto ai 250 attuali. Il motivo? Questo perché quest’ultimo dovrà percorrere una parte maggiore del percorso, con molte strambate, dove Yoann arriverà da dietro con un sistema meteo più favorevole e una rotta più diretta.

Al contrario, Thomas Ruyant non riesce a passare e si ritroverà bloccato in cresta nei prossimi giorni. Ora deve aspettare l’arrivo del prossimo fronte, che si preannuncia molto forte, ma sarà senza dubbio catturato da Jérémie Beyou e Nico Lunven, o anche dal gruppo di tre dietro, con Sam Goodchild, Paul Meilhat e Yannick Bestaven. Lo farà una grande partita in prospettiva all’interno di questo pacchetto di sei barche.

Anche nella parte posteriore della flotta c’è della partita e del gioco strategico, in particolare nel gruppo di barche alla deriva – anche se qualche foiler nel mucchio c’è – con diverse opzioni, tra Tanguy Le Turquais e Louis Duc a sud, Jean Le Cam a nord e Benjamin Ferré in posizione un po’ intermedia. Lo vediamo Jean ha cercato di sfuggire alla depressione allungando la strada verso nord e alla fine se la cava bene. Sui miei percorsi (vedi sopra), ho l’impressione che i percorsi convergeranno nei prossimi giorni. Jean non avrà molte scelte se non quella di scendere verso la zona dei ghiacci, ma riuscirà a farlo da un lato con un vento abbastanza moderato, condizioni percorribili che gli permetteranno di raggiungere buone medie, così che Tanguy andrà più piano perché dovrà strambare lungo la zona ghiacciata con vento forte.

Vedo un’avanzata di Jean, nel momento in cui si troveranno verso la zona dei ghiacci, probabilmente martedì, dell’ordine di 150-200 miglia davanti a Benjamin e Tanguyche è anche handicappato da problemi tecnici, lo abbiamo visto in particolare con il suo “mulo” (piccola vela anteriore) inutilizzabile e il suo J2 che ha dovuto riparare, è un handicap per il sottovento con vento forte.

Jean gestisce bene i suoi affari, non sembra avere problemi tecnici, lo vediamo anche noi la sua barca va molto veloce rispetto ad altre Imoca con le pinneè spesso a più di 20 nodi, velocità che i suoi concorrenti hanno più difficoltà a raggiungere. Il che è logico, nella misura in cui esiste circa quindici anni di divario tra il suo piano Reason e gli altri. Quando si vede come si sono evolute le prestazioni dei Class40 negli ultimi cinque anni con i nuovi scafi, si riscontra lo stesso fenomeno per gli IMOCA con derive. Ora la lotta all’interno di questo gruppo continuerà ed è interessante da seguire tanto quanto quella delle barche di testa.

Per quanto riguarda i danni, lo vediamo i più colpiti, sia davanti che dietro, sono coloro che hanno scelto le strade più impegnate dell’Indiana – Seb Simon, Tanguy Le Turquais, Guirec Soudée, Antoine Cornic… L’esperienza di Jean Le Cam, che sceglie di preservare la sua barca, è necessariamente un vantaggio rispetto ai debuttanti. E un deposito di rottami nei mari del sud diventa rapidamente un grosso problema da gestirelo dimostrano le immagini di Tanguy che sale sull’albero per riparare il suo J2, è una missione!

Mi direte che Charlie è il controesempio perfetto, perché è quello che ha attaccato di più nell’Indiano e per il momento sta bene, ma c’è da sottolineare che ha molta più esperienza dell’Imoca, ha già fatto il Vendée Globe e soprattutto ha una grande squadra alle spalle. Per il momento vediamo che gli skipper che hanno grandi team e i relativi budget hanno pochi grossi problemi. Da confermare nelle prossime settimane!”

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