Il 4 dicembre un uomo di nome Luigi Mangione assassinò freddamente, in mezzo alla strada di New York, il presidente del potentissimo gruppo di assicurazioni sanitarie UnitedHealthcare, Brian Thompson. Arrestato il 9, l’individuo è stato riconosciuto da un cameriere mentre aveva ordinato un hamburger. Storie come queste accadono solo in questo film di serie B permanente che è la democrazia americana. Mangione, ingegnere di 26 anni, è stato incarcerato e su di lui è stato trovato un manifesto decisamente aggressivo, che attacca frontalmente il sistema sanitario americano, accusato di essere un enorme spreco e una pompa di denaro, che estorce lavoratori onesti e non non dare loro nulla in cambio.
Ricorderemo qui che il sistema di previdenza sociale americano, nonostante Obamacare, è ben lungi dall’essere al nostro livello, e che la stragrande maggioranza della spesa sanitaria si basa sulle assicurazioni private, che Luigi Mangione considera parassitarie. A causa dell’inadeguatezza del sistema sanitario, dell’incredibile costo delle cure e, soprattutto, delle vessazioni amministrative che noi francesi conosciamo fin troppo bene.
Abusi della UnitedHealthcare
Mangione afferma che la sua assicurazione sanitaria privata (UnitedHealthcare) ha limitato le consultazioni specialistiche a due volte l’anno. Che hanno perso il suo file digitale e gli hanno chiesto di inviare tutti gli allegati in formato cartaceo. Che tutto questo lo sta facendo impazzire e che la compagnia assicurativa non ha rispettato il contratto morale che la legava a Luigi Mangione e a sua madre. Trae una conclusione che gli sembra logica: l’amministratore delegato dell’azienda deve morire.
Le autorità americane temono che il giovane appaia come un martire del sistema: egli cita ampiamente, nelle sue dichiarazioni, la Costituzione degli Stati Uniti. Si riferisce ai principi fondamentali delle libertà individuali. Tutto ciò è indiscutibile. Dalla nostra parte dell’Atlantico, Nathalie Artaud, che non ama molto i grandi gruppi privati, ha definito l’assassino di Brian Thompson un “vigilante”. Il DNA trotskista non delude mai: un giorno o l’altro, l’odore del sangue risveglia vecchi istinti.
Dovremmo trasformare il mondo in un poligono di tiro?
Tuttavia, in questa vicenda, sembra che dimentichiamo l’essenziale: un uomo ne ha ucciso un altro a sangue freddo. È un atto oggettivamente malvagio. A rischio di essere assurdi, dobbiamo qui richiamare la matrice decisionale molto corretta della Chiesa cattolica per giudicare se un atto è buono o cattivo: guardiamo prima all’atto stesso, e solo dopo, all’intenzione, poi alle circostanze. Uccidere qualcuno è oggettivamente sbagliato. Sembra che ci sia un’intenzione premeditata di uccidere (si tratta quindi di un assassinio) e nessuna legittima difesa. Qualunque sia l’elogio dei difensori del Secondo Emendamento (” il nostro diritto, dato da Dio, di portare armi “) o i più ristretti comunisti – questa è davvero una stranissima “convergenza di lotte” – Luigi Mangione non è un martire, è un assassino.
Hai notato come i mostri più freddi sono quelli la cui ingenuità ha sofferto di più? Come erano, un tempo, i più cinici e i cuori più teneri? Sì, il mondo è brutto, le persone sono meschine, il profitto è ovunque e, di fronte a organizzazioni tentacolari e disonorevoli, spesso ci sentiamo tristi e impotenti. Se tutti coloro che hanno fatto questa osservazione obiettiva lasciassero le loro case con una pistola, le strade diventerebbero poligoni di tiro. Non banalizziamo gli omicidi.
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