Russia: l'inflazione accelera all'8,9% a novembre a causa dell'indebolimento del rublo – 12/11/2024 alle 17:48

Russia: l'inflazione accelera all'8,9% a novembre a causa dell'indebolimento del rublo – 12/11/2024 alle 17:48
Russia: l'inflazione accelera all'8,9% a novembre a causa dell'indebolimento del rublo – 12/11/2024 alle 17:48
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(AFP/NATALIA KOLESNIKOVA)

L'inflazione in Russia è accelerata nel mese di novembre all'8,9% su base annua, ha annunciato mercoledì l'agenzia nazionale di statistica Rosstat, circa una settimana prima della riunione della Banca Centrale (BCR) che potrebbe alzare ulteriormente il tasso direttore, già a un livello record nel 20 anni.

A ottobre, secondo Rosstat, l'inflazione, alimentata in particolare dall'assalto in Ucraina e dalle sue conseguenze, aveva raggiunto l'8,5%, su un livello elevato da un anno, ben al di sopra dell'obiettivo ufficiale del 4%.

L’elevato aumento dei prezzi sta minando il potere d’acquisto dei russi. Recentemente, l’esplosione dei prezzi del burro e dell’olio di girasole ha fatto notizia sulla stampa russa, ricordando il panico provocato nel 2023 dall’aumento dei prezzi delle uova.

L’accelerazione dell’inflazione potrebbe sicuramente convincere la Banca Centrale Russa ad aumentare, a partire dal 20 dicembre, di uno o due punti percentuali il tasso di riferimento, già fissato al 21%, un livello che non si vedeva dal 2003.

La capo della BCR, Elvira Nabioullina, lo ribadisce ogni settimana: vuole fare di tutto per “rallentare” l'aumento dei prezzi.

Ma diversi grandi capi sono rimasti sconvolti negli ultimi giorni da un potenziale nuovo aumento del tasso di riferimento della BCR, mettendo in guardia dal costo già elevato ai loro occhi dei prestiti, e quindi degli investimenti. Ciò potrebbe rallentare significativamente l’economia russa, in un momento in cui le autorità già prevedono un rallentamento dell’attività nel 2025.

In Russia, l’inflazione è alimentata soprattutto dall’esplosione delle spese militari per la guerra in Ucraina, dagli effetti delle sanzioni e dall’aumento dei salari, conseguenza diretta della carenza di manodopera sul mercato del lavoro, dall’obbligo delle aziende di offrire remunerazioni interessanti per assumere.

Queste carenze sono il risultato della partenza di centinaia di migliaia di uomini verso il fronte ucraino o all’estero a partire dal febbraio 2022.

Anche l’inflazione e le sanzioni pesano sul rublo, al livello più basso contro dollaro ed euro da marzo 2022.

In questo contesto, le recenti restrizioni americane sulla grande banca Gazprombank hanno indebolito la valuta russa nelle ultime settimane, la cui BCR ha fissato il tasso di cambio per giovedì a 103,3 rubli per dollaro.

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