Lo ha detto mercoledì al canale israeliano una fonte israeliana vicina ai negoziati per l’accordo finalizzato alla liberazione degli ostaggi Potere, che, nonostante le notizie sull’avanzamento dei colloqui, Israele non aveva ricevuto i nomi degli ostaggi da rilasciare nella prima fase. “Non ci è stata inviata alcuna lista degli ostaggi”, ha assicurato. Secondo lui, “la visita del capo dello staff e del capo dello Shin Bet al Cairo non ha affrontato il tema degli ostaggi”.
Il funzionario israeliano ha reagito alle informazioni diffuse dai media arabi, compresa quella pubblicata martedì sera dal canale Al-Arabiya sostenendo che Hamas aveva fornito all’Egitto un elenco di ostaggi disponibili per il rilascio. Il canale ha inoltre riferito che l’organizzazione terroristica ha presentato una proposta in base alla quale il pieno controllo del valico di Rafah sarà trasferito all’Autorità Palestinese e che l’IDF si ritirerà dall’asse di Filadelfia.
Il giornale libanese Al-Akhbaraffiliato a Hezbollah, ha riferito mercoledì mattina che l’Egitto ha trasmesso a Israele i nomi di 30 ostaggi che “soddisfano le condizioni iniziali fissate per la prima fase dell’accordo”. Secondo il quotidiano, fonti egiziane hanno chiarito che “la tendenza è quella di rilasciare un ostaggio israeliano ogni due giorni, trasferire medicinali ad un certo numero di ostaggi in cambio del rilascio di decine di prigionieri palestinesi detenuti in Israele e trasferire alcuni camion che trasportano aiuti medici e umanitari alla Striscia di Gaza. È stato inoltre stabilito che i soldati israeliani tenuti in ostaggio sarebbero stati rilasciati nella fase successiva dell’accordo.
Nell’ambito dei negoziati, il capo dello Shin Bet Ronen Bar e il capo dello staff Herzi Halevi sono arrivati martedì al Cairo, dove hanno incontrato il capo dell’intelligence egiziana Hassan Rashad e gli alti ufficiali dell’intelligence egiziana. Nel corso dell’incontro, durato circa sei ore, le parti hanno cercato di raggiungere una svolta su alcune questioni controverse riguardanti la guerra a Gaza. Va notato, tuttavia, che l’incontro era previsto da diverse settimane, il che non indica necessariamente progressi nei negoziati.
Lo hanno riferito funzionari israeliani che hanno familiarità con i dettagli dei negoziati Potere che a questo punto l’ottimismo era prematuro, poiché il progresso dipende dalla flessibilità sia di Israele che di Hamas. D’altro canto, una fonte egiziana ha dichiarato che “Israele esprime ancora riluttanza a procedere verso un accordo, in particolare a causa degli elementi ‘guerrafondai’ all’interno del suo governo”. “Le linee generali discusse dalle parti non sono fondamentalmente diverse da quelle discusse in passato. I negoziati sono intensi, ma Israele e Hamas non hanno ancora raggiunto una soluzione”.
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