Una crisi politica che accentua le difficoltà abitative
Annullata la visita del ministro dell’Edilizia, assenza di bilancio, vaghezza sul destino dei setacci energetici: il congresso annuale della Federazione nazionale immobiliare (Fnaim), chiusosi martedì, si è svolto all’insegna dell’incertezza politica e ancora in attesa di sostegno misure per il settore in crisi.
« Sono due anni che viviamo una crisi che ha indebolito le imprese, (…) e oggi si è aggiunta una crisi politica: niente più governo, niente più Primo Ministro e quindi niente più Ministro dell’Edilizia“, ha introdotto lunedì Loïc Cantin, presidente della Fnaim.
Costruzione bloccata da costi e tassi di interesse elevati
La caduta del governo, censurata dai deputati la scorsa settimana, ha congelato l’esame del progetto di bilancio per il 2025 che conteneva misure ritenute importanti per rilanciare il settore immobiliare.
L’edilizia abitativa soffre da due anni dell’aumento dei costi di costruzione e degli alti tassi di interesse, che rallentano le famiglie nei loro progetti immobiliari e contribuiscono a bloccare tutti gli anelli della catena abitativa, dall’edilizia sociale alle ristrutturazioni.
« L’edilizia abitativa è una grande nave di linea che impiega diversi anni per rallentare, invertire la rotta, riaccelerare“, ha ricordato Gilles de Robien, ministro dell’Edilizia dal 2002 al 2005 nel governo di Jean-Pierre Raffarin, che ha ridimensionato l’impatto della caduta del governo “ se questo intermezzo è breve e breve« .
Invitati, insieme ad altri due ex ministri dell’Edilizia, Pierre Méhaignerie e Cécile Duflot, a sostituire la visita annullata dell’attuale ministro dimissionario Valérie Létard, hanno poco elogiato la politica perseguita da quando Emmanuel Macron era presidente, accusato di aver trascurato l’edilizia abitativa mentre “ il tema tocca il 100% dei francesi” ha sottolineato la Duflot, ministra dal 2012 al 2014.
Al contrario, la maggior parte degli attori intervenuti al congresso, qualunque sia il loro orientamento politico, si è detta soddisfatta dell’azione portata avanti finora da Valérie Létard e spera di vederla famosa.
Filtri energetici, emergenza ancora in sospeso
Per quanto riguarda la tavola rotonda di martedì dal titolo ” Legge finanziaria 2025: e dopo? “, ha visto quattro parlamentari discutere sulle misure da apportare urgentemente al settore dell’edilizia abitativa, ma senza potersi rallegrare di aver votato a favore dell’ampliamento del prestito a tasso zero (PTZ), né di un’esenzione fiscale eccezionale per le donazioni destinate ad un acquisto immobiliare, compreso nel PLF.
Oltre agli strumenti di aiuto per l’acquisto della prima casa, si sta lavorando sullo status di proprietario privato e sul destino dei setacci energetici, in particolare delle abitazioni classificate G nella diagnosi di prestazione energetica (DPE), che saranno vietati in affitto dal 1 gennaio.
Un disegno di legge, presentato a fine ottobre e anch’esso in attesa di esame, propone di concedere un termine per gli alloggi G ubicati in comproprietà che hanno deciso di eseguire i lavori ma non li hanno ancora realizzati. Il testo prevedeva l’applicazione del divieto di locazione solo a partire dal rinnovo, dal rinnovo tacito del contratto di locazione o dalla stipula di un nuovo contratto.
Vietare l’affitto di tutti gli alloggi di categoria G dal 1° gennaio significa che “ 646.000 case dichiarate indecenti saranno oggetto di ricorso da parte dell’inquilino contro il proprietario » ottenere una riduzione dell’affitto o il mancato pagamento dell’affitto fino alla realizzazione dei lavori, avverte Loïc Cantin.
Calcola che anche se la legge fosse applicata al tacito rinnovo o al rinnovo del contratto di locazione, ciò rappresenterebbe in media “ 18.000 unità abitative al mese » che verrà ritirato dal mercato degli affitti.
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